Contenuto
Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Cesare CantùCesare Cantù: Il Lombardo-Veneto Storia di Como
Immagine di Cesare Cantù
SANT'AGOSTINO A CASSICIACO
di Cesare Cantù
Estratto da Il Lombardo-Veneto, Storia di Como, 1857, pag. 914
"A Cassago vorrebbero siasi ritirato Sant'Agostino in casa del grammatico Verecondo per prepararsi al battesimo; altri lo collocò al Cazzago varesotto ..."
Con queste parole si esprime nel 1857 Cesare Cantù quando parla della località che ospitò sant'Agostino quando si preparò al battesimo nella villa dell'amico grammatico Verecondo.
Interessante è l'annotazione che "altri" (cioè Alessandro Manzoni) collocò questa località a Cazzago nel varesotto. Nel 1857 era scoppiata da poco la questione della vera localizzazione della campagna milanese che nel tardo impero ospitò Agostino e il suo cenacolo africano. Suscitata inconsapevolmente da Poujoulat nel 1843, la querelle aveva assunto toni accesi dopo il pronunciamento di Alessandro Manzoni, tra l'altro su debolissime documentazioni linguistiche, e la risposta forte di mons. Luigi Biraghi Dottore dell'Ambrosiana.
Cesare Cantù nacque a Brivio il 5 dicembre del 1804 e compì gli studi a Milano, presso il Collegio barnabita di S. Alessandro. A soli 17 anni, nel 1821, ottenne il posto di supplente di grammatica a Sondrio, dove resterà fino al 1827. Dal 1827 al 1832 risiedette a Como e successivamente a Milano dove insegnò al collegio S. Alessandro. Nel 1832 pubblicò il suo primo volume Sulla storia lombarda del secolo XVII. Ragionamenti per servire di commento ai Promessi Sposi (Milano, 1832).
La fama arrivò con un romanzo storico, Margherita Pusterla, scritto tra il 1835 e il 1836, ma pubblicato a Milano solo nel 1838, a causa della censura. L'opera che gli permise di lasciarsi alle spalle i problemi economici fu la Storia Universale, pubblicata a Torino tra il 1838 e il 1846. Si tratta di una pubblicazione monumentale, composta da 35 volumi. Con l'Unità d'Italia iniziò la sua vita politica: venne eletto deputato e rappresentò in Parlamento l'opposizione clericale e conservatrice al nuovo Stato. Nell'aprile del 1873 viene nominato direttore dell'Archivio di Stato di Milano e il ventennio della sua direzione fu tra i più significativi della storia dell'istituto milanese. Nello stesso periodo fu presidente della Società Storica Lombarda che proprio nel 1873 iniziava a pubblicare l'Archivio Storico Lombardo.
La sua ultima opera si può forse considerare la sua eredità, in "Un ultimo romantico", ribadì infatti i principi che avevano guidato tutta la sua attività letteraria, la fede di un governo della Chiesa, in uno Stato in cui i piccoli comuni si governano autonomamente. Morì a Milano l'11 marzo 1895 e venne sepolto a Brivio l'11 Novembre 1905.