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Bartolomeo Catena: DOV'ERA IN MILANO IL BATTISTERO DOVE FU BATTEZZATO SANT'AGOSTINO?

Un frontespizio del giornale L'Amico Cattolico

Un frontespizio del giornale L'Amico Cattolico

 

 

 

DOV'ERA IN MILANO IL BATTISTERO IN CUI DA SANT'AMBROGIO FU BATTEZZATO SANT'AGOSTINO?

L'AMICO CATTOLICO - Fasc. 2° di Novembre 1843 ANNO III Num. XXII

Tipografia di Giuditta Boniardi - Pogliani, Milano 1843

 

 

 

 

Pag. 43 segg.

 

Opinione del popolo, ed anche di alcuni dotti, porterebbe a credere che sant'Agostino sia stato battezzato nella chiesuola di sant'Agostino al mezzodì della basilica Ambrosiana. Ivi infatti leggesi una iscrizione postavi dai Padri Cisterciensi nel 1677, che dà per certo come:

DIVVS AVGVSTINVS

AD LEGEM FIDE I

PER S AMBROSIVM

EVOCATVS

HIC VNDA COELESTI

ABLVITVR

ANNO DOMINI CCCLXXXVIII [1]

 

Ivi esistevano pitture di qualche antichità, rappresentanti questo battesimo: ivi mostrasi un'urna collocata sotto l'altare quasi sia quella medesima entro cui Agostino ricevette il Battesimo: ma la buona critica dimostra che questa opinione è falsa, e di niun momento le prove che si addurrebbero a sostenerla. Che hassi dunque a credere? che Agostino fu battezzato nel battistero di s. Giovanni ad fontes, che già esisteva presso il duomo attuale. Eccone le ragioni.

È una verità indubitabile (così Visconti Giuseppe, dottore della Ambrosiana, Observationum Ecclesiarum, vol. I , in quo de antiquis Baptismi ritibus ac cærimoniis agitur) che appena resa da Costantino la pace alla Chiesa, furono erette in mezzo alle città siccome le cattedrali così i battisterii: essere stati i battisterii non entro le chiese, ma fuori di esse, e in vicinanza di quelle: un solo battistero essere stato per ciascuna città, come un solo era il battezzante, cioè il vescovo. Questa verità è pure confermata da Martene nell'opera De Antiquis Ecclesiæ Ritibus.

Or dov'era la cattedrale di Milano al tempo di sant'Ambrogio? Era nel mezzo della città, nel luogo stesso dove ora sorge la gran mole del duomo. Sant'Ambrogio nell'epist. XX alla sorella Marcellina ci attesta che eravi Basilica Intramurana Nova quæ Major est. Intramurana a differenza delle altre che erano fuori di città, come la Porziana, ecc.: Nova perché fabbricata dopo Costantino in quel medesimo secolo: Major est, cioè la cattedrale. Anche Paolino nella Vita di sant'Ambrogio dice che il cadavere del Santo fu da prima portato alla chiesa cattedrale ad ecclesiam majorem, e di poi alla Ambrosiana. Questa chiesa maggiore, come consta dalle vetuste carte, da Beroldo e da altri antichi, fu detta Ecclesia sanctæ Marie, Ecclesia major, Basilica major, Ecclesia hyemalis, che demolita lasciò luogo al duomo attuale.  

È dunque da credersi che il battistero, unico in quel tempo, sarà stato presso di quella basilica. Così era diffatti. Sant'Ambrogio nell'epist. XX a Marcellina dice che egli trovavasi nella basilica intramurana intento ai divini ufficii quando ricevette l'avviso dei torbidi che si agitavano nella basilica Porziana, ossia extramurana, e soggiunge che egli mandò bene colà ad acquetare il popolo e ad impedire il sangue, ma che egli si rimase nella cattedrale, e che post lectiones ac tractatum, dimissis cathecumenis, symbolum aliquibus competentibus in baptisterii tradebam basilica; e che di seguito tirò innanzi a compire il divin Sacrificio. Dunque uno solo appare che fosse il battistero, mentre dicesi assolutamente in basilica baptisteri [2]: e questo doveva essere vicino alla chiesa intramurana. Di questo battistero in fatti rimangono antiche memorie e chiamavasi Sancti Joannis ad fontes. [3]

Ma dov'era egli situato? Un antico foglio dell'archivio del duomo, citato dal Puricelli (Dissertatio Nazariana, c. XCVIII) , nel quale era descritta la cattedrale antica cogli edificii sacri adjacenti, colloca la chiesa battesimale di s. Giovanni ad fontes al mezzodì del duomo, e la chiama Ecclesia sancti Joannis ad fontes masculorum. Un altro foglio antico (ibid.) dice che quella chiesa curiæ ducali fuit inserta, e forse il sotto-coro di S. Gottardo è un avanzo di quel battistero. Anche Beroldo, autore che scrisse al principio del secolo XII, attesta le stesse cose. Sabbato in Albis archiepiscopus cum clero vadit ad ecclesiam sancti Joannis Baptistæ, facil signum super fontes, etc.

È dunque da credersi che sant'Agostino sia stato battezzato in questa basilica baptisterii.

Ci viene a conferma anche la tradizione antica. - Landolfo il vecchio, Mediol. Hist. lib. I, cap. IX, de Sancto Augustino (vedi Murat., Scriptores Rer. Italic. t. IV) dice che Agostino in fontibus qui beati Joannis adscribuntur, Deo opitulante, a beato Ambrosio, cunctis fidelibus hujus urbis adstantibus et videntibus, in nomine sanctæ et individuæ Trinitatis baptizatus est. - Nota il Muratori che da mano antica v'è scritto in margine: Fuit ergo beatus Augustinus baptizatus in ecclesia sancti Joannis ad fontes, quæ erat inter ecclesiam majorem et sanctæ Theclæ funditus eversæ.

 

 

Note

 

(1) - È falsa anche la data: sant'Agostino fu battezzato nel 387

(2) - I Padri Maurini adottarono la lezione, in baptisteriis basilicæ; ma è tutt'uno: si dice baptisteriis in plurale come anche fontes in plurale, perché i fonti nel medesimo battistero erano parecchi, come si può vedere tuttora nel famoso antico battistero di Pisa: ma il luogo era un solo, una sola la basilica battesimale

(3) - Questo battistero, guasto insieme colla cattedrale dal furore dei Goti, fu poi ristorato e abbellito assai da Lorenzo vescovo di Milano, sul finire del secolo V. Sant'Ennodio gli rende perciò le ben dovute lodi, cantando nel suo epigramma LVI De Baptisterio Mediolanensi come Lorenzo MARMORA, PICTURAS, TABULAS, SUBLIME LACUNAR IPSE DEDIT TEMPLO, cioè al tempio battesimale.

Di poi fu eretto un altro battistero a tramontana del duomo ad aquilonem, e venne chiamato Sancti Stephani ad fontes. Allora quell'antico di s. Giovanni venne riservato al battesimo de' maschi, e questo per le femmine; il quale era presso a poco dove poi fu la chiesa di santa Radegonda, ed aveva a fianco un chiostro di vergini sacre, Monialium, le quali servivano al vescovo nel battesimo delle femmine ed in ogni bisogno simile. Questo battistero fu eretto da sant'Eustorgio II, e disposto in modo che l'acqua, cadendo dall'alto delle colonne, empiva il sacro fonte. Sant'Ennodio ne fa pure l'elogio nel suo epigramma CXLIX.

EN SINE NUBE PLUIT SUB TECTIS, IMBRE SERENO, ET COELI FACIES PURA MINISTRAT AQUAS, etc. Beroldo fa menzione di ambidue questi battisterii in vigilia Nativitatis.