Contenuto
Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Federigo BorromeoFederigo Borromeo: sant'Agostino a Cassago
La pagina del card. Federigo Borromeo dove si parla di Cassago
SANT'AGOSTINO A CASSAGO NEL RUS CASSICIACUM
di Federigo Borromeo arcivescovo di Milano
Federigo Borromeo (1564-1631) nacque a Milano da Giulio Cesare, fratello minore di Giberto, padre di S. Carlo. Sua madre Margherita apparteneva al nobile e potente casato dei Trivulzio. Studiò a Bologna e Pavia prima di recarsi a Roma nel 1586 per ricevere il cardinalato nel 1587. Qui ebbe modo di conoscere il fior fiore della cultura cattolica post-tridentina, fra cui il Baronio, il Valverde, Tucci, Antonio d'Acquino e il Bellarmino. Nel 1595 fu nominato arcivescovo di Milano e il suo amore per la cultura gli suggerì la realizzazione della Biblioteca Ambrosiana, che dotò di un cospicuo patrimonio librario. Numerose sono le sue opere letterarie, che denotano un eclettico interesse per tutte le discipline. In lui prevalsero le preoccupazioni di natura religiosa e spirituale, il che fu determinante nel tenerlo lontano dalle manovre di potere e dagli intrighi di corte. Questa scelta era anche la più consona al suo temperamento tendenzialmente timido e introverso, alle sue inclinazioni intellettuali e al suo amore per la vita ritirata e per lo studio. Visitò Cassago tre volte durante le sue visite pastorali.
Quod si haec quoque patria, maternaque sedes, quam incolimus carere merito non debebit generis eius laude, quam Scriptorum stylus impertire illi potest, dico ego, vicinos istos colles suas amoenitate, divinam Augustini mentem adeo recreare potuisse, ut iucundissimae mansionis memoriam multo post tempore recoluerit hisce verbis; Reddes verecundo pro rure illo eius Casissiaco, ubi ab aestu saeculi requievimus in te, amoenitatem sempiternae virentis Paradisui tui quoniam dimisisti ei peccata super terram in Monte incaseato, in Monte tuo, Monte uberi. Id porro Casissiacum quem locum inclyti Doctoris verba celebrant, nos credidimus esse Cassagum, coniecturamque nostram, et natura loci, et ratio nominis, et veterum aedificiorum reliquiae, plurimaque vestigia antiquitatis adiuverunt. |
Per questo motivo se questa patria e materno luogo che abitiamo, non avrebbe dovuto mancare a ragione di lode per la sua specificità, che la penna degli Scrittori gli può offrire, io aggiungo che questi vicini colli per la loro amenità hanno potuto ricreare la divina mente di Agostino fino a tal punto che egli serbò dopo molto tempo la memoria di quel graditissimo soggiorno con queste parole: Rendi a Verecondo, in cambio della sua campagna a Cassiciaco, ove riposammo in te dalla bufera del mondo, l'amenità in eterno verdeggiante del tuo paradiso, poiché gli hai rimesso i suoi peccati sulla terra, sulla montagna pingue, la tua montagna, la montagna ubertosa. Inoltre questo Casissiacum il luogo che le parole dell'inclito Dottore celebrano, noi crediamo che sia Cassago. Sostengono la nostra congettura sia la natura del luogo, sia l'origine del nome, sia le testimonianze di vecchi edifici, sia le numerose vestigia di antichità. |
FEDERICO BORROMEO, De Christianae mentis jucunditate, libri tres, Mediolani 1632, II, 87.