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Mappa dei cicli iconografici agostiniani nell'Ottocento
CICLI ICONOGRAFICI AGOSTINIANI NELL'OTTOCENTO
Nella tradizionale religiosità popolare ebbero una grande diffusione i libri che narravano le Vite dei Santi. Prototipo di questo genere agiografico fu la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine che diede avvio a una fortunato genere letterario. Verso la fine dell'Ottocento fu pubblicata una delle tante Vite de' Santi, che riporta anche quella di Agostino.
Il volume fu illustrato con incisioni di B. L. Hercule (1846-1913), G. Staal (1817-1882), P. Rouget (1849-1886), G. Kolb, J. A. V. Foulquier (1822-1896), A. Pollet, J. B. C. Carbonneau (1848-...) e P. Verdeil (1812-...). Le riproduzioni proposte riprendono temi già ampiamente sviluppati dalla iconografia classica agostiniana: di interessante e nuovo c'è la scena della predicazione in città e soprattutto la traslazione temporanea delle reliquie di Agostino ad Algeri nel 1842.
E' pieno di tristezze e di desolazione. Se si eccettuano le Filippine, gli Stati Uniti d'America e alcuni altri luoghi, abbonda ovunque un movimento di soppressione da parte dell'autorità civile. Il numero di province decresce continuamente. Il numero dei suoi membri diminuisce in quasi tutte. Se ne creano alcune nuove, ma numericamente molto inferiori a quelle scomparse. Nel 1817 viene fondata la provincia di Malta a seguito di smembramento della provincia di Sicilia. Si è già detto che, nel 1821, venne fondata in Sicilia la congregazione di S. Maria del Bosco. Nel 1825 viene fondata la nuova provincia di Napoli e in essa vengono inclusi tutti i conventi del Regno di Napoli, che abbracciava pure i conventi della Puglia, dell'Abruzzo e della Calabria: restavano così soppresse le altre province. Nel 1874 viene creata la prima provincia di A. negli Stati Uniti d'America, dove essi, da circa un secolo, lavoravano con grande interesse: si chiama provincia di S. Tommaso da Villanova.
Non mancarono grandi personalità. Il Papa nomina cardinali due agostiniani. In questo periodo compie le sue importanti scoperte nel campo della genetica l'illustre Giovanni Gregorio Mendel. Sempre in questo periodo, gli agostiniani cominciano a lavorare in Australia e ritornano in Cina. Si svolge in esso la maggior parte della vita del beato Stefano Bellesini e altri agostiniani si distinguono per santità. Ogni giorno si notavano maggiori ansie di rinnovamento e di prospettive diverse. Però il padre generale Giovanni Belluomini era incapace di collaborare in tal senso e, per questo, era meno in grado di farsi promotore di iniziative efficaci: riteneva che Dio avrebbe riportato da solo, quasi senza la nostra collaborazione, le cose come ai tempi anteriori alla perdita degli Stati pontifici.
Fu allora che un gruppo di agostiniani scelti decisero di rivolgersi a Leone XIII, per chiedergli di porre a capo dell'Ordine una persona di maggiore iniziativa e audacia. Il p. generale Giovanni Belluomini, infatti, con tutta la sua buona volontà e convinto che i suoi servizi fossero preziosi per l'Ordine, riteneva che, per le circostanze politiche - e molti avevano aderito a questa sua idea - non fosse conveniente per il momento celebrare il capitolo generale, nonostante che egli avesse già superato il termine del suo mandato. Leone XIII comprese il problema e chiamò al governo dell'Ordine il p. Antonio Pacifico Neno, che con il suo governo cominciò effettivamente un nuovo periodo di restaurazione e di rinascita. Sul finire di quest'epoca, l'Ordine si era ridotto a circa 1.900 frati, distribuiti in circa 250 case, suddivise in 22 province e 4 congregazioni.