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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > CordovaCICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Cordova
tratto da: Storia della Pittura in Ispagna dal suo risorgimento fino ai nostri giorni
del marchese Luigi Montecuccoli, Modena pei tipi della R. D. Camera 1841
VELA ANTONIO
1650-1670
Cordoba, chiostro del convento agostiniano
Episodi della vita di sant'Agostino
Nel chiostro del Convento degli Agostiniani a Cordova vennero dipinti alcuni fatti tolti dalla vita di S. Agostino da D. Antonio Vela el Licenziado (1634-1676) figlio di Cristobal Vela nativo di Cordova. Destinato allo stato ecclesiastico, Vela, nonostante il suo stato religioso, non rinunciò a dedicarsi alla pittura, e giunse in questa arte ad unire un disegno corretto, ad un brillante colorito (La notizia è tratta da Storia della Pittura in Ispagna dal suo risorgimento fino ai nostri giorni del marchese Luigi Montecuccoli, Modena pei tipi della R. D. Camera 1841).
Cordova fu luogo di un miracolo che ha per protagonisti gli agostiniani. Quando nel 1601-1602 infuriò in città una spaventosa peste, i Padri Agostiniani offrivano agli appestati i Panini di S. Nicola. Avvennero numerosi prodigi. Fu straordinario quello del 7 Giugno 1602, quando la statua di san Nicola fu portata processionalmente all'ospedale dove il cappellano P. Giovanni Navas attendeva all'ingresso reggendo un grande Crocifisso. Lungo il percorso della processione i Religiosi Agostiniani distribuivano i Panini precedentemente benedetti. Giunti all'ingresso dell'ospedale, i portatori del simulacro sollevarono la statua sotto il Crocifisso per benedire la folla implorante soccorso. Questa proruppe in un clamore generale quando scorse che il volto di S. Nicola s'era leggermente piegato a baciare i piedi del Crocifisso e fu impossibile contenere il suo impeto quando fu visto il Crocifisso staccare le braccia dalla croce per abbracciare la statua dei Santo. La peste rapidamente disparve e furono innumerevoli le guarigioni ottenute con l'uso dei Panini di S. Nicola. Il Magistrato della città e il Capitolo Metropolitano il 12 Agosto 1602 fecero voto di recarsi ogni anno il 10 Settembre nella Chiesa dei Padri Agostiniani per ringraziare il loro Protettore S. Nicola del singolare prodigio.
La chiesa e il relativo convento di sant'Agostino di Cordoba appartengono alle cosiddette "chiese fernandine", che vennero innalzate dopo la conquista della città ottenuta da Fernando III detto il Santo. Il re spagnolo consegnò questo convento ai monaci agostiniani perché lo avevano aiutato nella conquista della città. All'interno di questo grandioso tempio, che si sviluppa su tre navate, si trovano decorazioni in stile Plateresco. Gli affreschi sui muri purtroppo sono stati danneggiati dal passare del tempo.
La chiesa, edificata nella Plaza de San Agustin, fu costruita a partire dal 1328 e nel 1335 era già in piedi una cappella gotica. L'aspetto attuale risale al primo Seicento quando inizia la grande riforma interna agostiniani promossa da don Pedro de Góngora per l'esaltazione dell'Ordine. I lavori prevedono il rivestimento della navata centrale e delle volte del transetto con le coperture barocche.
La torre, con due corpi di campane, è stata costruita nel Cinquecento. La chiesa ha subito gravi danni durante l'invasione francese e ha perso gran parte degli affreschi.
La chiesa è uno dei gioielli del barocco a Cordoba e la sua facciata principale è il risultato dei lavori eseguiti nel Cinquecento e nel Seicento che ha generato un interessante susseguirsi di archi e colonne corinzie.
La navata centrale è riccamente decorata con stucchi e affreschi raffiguranti scene del Credo attribuite a Cristóbal Vela.
Le pareti e le volte sono decorate con affreschi il cui programma iconografico è attribuito a frate Pedro de Góngora, che ha promosso le opere di ornamento della chiesa durante il suo secondo e terzo priorato (1617-1633). Tutti gli spazi interni della chiesa presentano stucchi in stile barocco con decorazioni dorate. All'inizio del XX secolo la chiesa fu assegnata all'Ordine domenicano e durante la guerra civile un incendio ha danneggiato l'intero complesso, che venne chiuso fino ai recenti restauri. I lavori hanno permesso di scoprire nuovi affreschi seicenteschi raffiguranti scene della nobiltà e di sant'Agostino.
I dipinti sono numerosi e vennero realizzati da artisti del tempo, come Christopher Vela Cobo, Juan Luis Zambrano e Pedro Ruiz Moreno. Le decorazioni si sviluppano sul soffitto della navata, nelle lunette della navata e nel coro dei Santi Martiri. Si trovano anche scene della Vita e miracoli di San Nicola da Tolentino. Il presbiterio ospita il trionfo dell'Ordine, con santi e papi seguaci delle regola di sant'Agostino.