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CICLo AGOSTINIANo a Cori

Agostino e l'amore per il crocefisso

Agostino e il crocefisso

 

 

MAESTRO DI CORI

XVII secolo

Monastero di S. Oliva a Cori

 

Agostino davanti al crocifisso

 

 

 

La scena non è di facile interpretazione, tuttavia sembra di potervi ravvisare una raffigurazione dell'amore di Agostino per il Cristo crocefisso. Vestito con la tonaca nera degli agostiniani, il santo regge con la mano sinistra un crocifisso verso cui volge lo sguardo con grande tenerezza e fiducia.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro. «La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte». Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3