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Agostino incontra il tribuno Marcellino
DE AGUIRRE ANDRES GINES
1770-1785
Madrid, chiesa del monastero de la Encarnaciòn
Agostino e il tribuno Marcellino
La tela di Andrés de Aguirre è conservata nella chiesa de la Encarnacion a Madrid e raffigura uno dei rari esempi iconografici che descrivono l'incontro fra Agostino e Marcellino, un importante funzionario imperiale romano. Marcellino fu il legato imperiale che presiedette la Conferenza di Cartagine, nella quale le ragioni dei cattolici prevalsero su quelle donatiste. Due anni dopo, nel 413, Marcellino, amico intimo di Agostino, venne decapitato per ordine del potere romano.
La sua morte si inserisce nel contesto delle gravi lotte di insurrezione che pervadevano in quegli anni l'Africa e che erano sostenute da donatisti e circoncellioni.
Il martirio di Marcellino, alto funzionario imperiale e amico di S. Agostino, è legato allo scisma donatista che attraversò per più di un secolo la Chiesa africana. Le origini dello scisma risalgono al 310 quando venne contestata la validità della elezione a vescovo di Cartagine di Ceciliano, perché consacrato da vescovi "traditori". Quando l'editto di Diocleziano impose ai cristiani di consegnare i libri sacri per bruciarli, coloro che ne assecondarono la volontà furono detti "traditores" e considerati come pubblici peccatori. Il vescovo Donato sostenuto dal partito scismatico contro il vescovo Ceciliano, riassunse la questione in questi due punti: la Chiesa è la società dei santi; i sacramenti amministrati dai peccatori sono invalidi. La disputa teologica si radicò palesemente nelle questioni sociali africane creando momenti di altissima tensione ed è appunto in uno di questi momenti drammatici che interviene Marcellino. Costui era tribuno e notaio a Cartagine, buon padre di famiglia, cristiano esemplare, che venne definito dall'amico Agostino uomo molto noto per l'universale stima di cui godeva per la sua religiosità: "fama et pietate notissimus".
Desideroso di apprendere, si rivolgeva spesso ad Agostino per avere chiarimenti sui punti più controversi della dottrina cattolica. Dobbiamo alla sua curiosità alcune opere del Dottore della Chiesa, come ad esempio il trattato "Sulla remissione dei peccati", "Sullo spirito" e quello più celebre del De Trinitate. Marcellino non lo poté leggere perché era già stato giustiziato. Nella conferenza di Cartagine del 411 tra i vescovi cattolici e i donatisti, Marcellino aveva dato ragione ai cattolici e aveva promulgato un editto di proscrizione contro i donatisti: questa sua decisione gli inimicò i donatisiti si vendicarono accusandolo di complicità con l'usurpatore Eracliano. L'accusa era grave e Marcellino fu condannato a morte dal conte Marino. L'anno dopo l'imperatore riconobbe l'errore commesso dalla giustizia romana e, cadute le accuse, vennero approvate tutte le decisioni prese dal tribuno Marcellino, che la Chiesa incominciò a onorare come martire.
De Aguirre Ginés Andrés
Nato a Yecla nella Murcia nel 1727. De Aiguirre si trasferì in Messico dove morì nel 1800 a Città del Messico. Aguirre in gioventù si trasferì a Madrid tra il 1745 e il 1752 dove avviò i suoi studi presso l'Accademia di San Fernando di nuova costituzione. Per completare la formazione nel 1758 riceve una pensione da Fernando VI, e diventa allievo di Diego Velázquez e Luca Giordano. Nel 1760 dipinge un ritratto del nuovo sovrano Carlo III, e nel 1770 fu eletto accademico di merito dell'Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando a Madrid. Poco dopo incomincia la sua intensa attività come pittore di cartoni per la Fabbrica Reale degli Arazzi di Santa Barbara. Lavora sotto la direzione di Mariano Salvador Maella, che fornisce nella sua prima fase, i disegni preparatori per modellisti. Si tratta prevalentemente di scene di caccia e di genere, dove Murcia sottolineagli aspetti pittoreschi del mondo popolare. Con la sua pennellata tecnica e densa De Aiguirre produce correttamente le diverse superfici, sia in tessuto che in pelle. Aguirre ha lavorato anche come pittore di affreschi e composizioni religiose, seguendo lo stile di Corrado Giaquinto. Nel 1785 occupa il posto vacante lasciato da Nicolas Lameyra di "assistente alla composizione dei dipinti". Quasi subito dopo fu nominato direttore dell'Accademia di San Carlos a Città del Messico, dove morì nel 1800, dopo un intenso lavoro educativo.