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PITTORI: Velazquez Luis Gonzalez

Battesimo di sant'Agostino, affresco di Velasquez nella nave della chiesa de l'Encarnacion a Madrid

Battesimo di sant'Agostino, affresco di Luis Velazquez nella nave della chiesa de l'Encarnacion a Madrid

 

 

VELAZQUEZ LUIS GONZALEZ

1750-1755

Madrid, chiesa del Monastero de la Encarnaciòn

 

Battesimo di sant'Agostino

 

 

 

Luis González Velázquez dipinse questo magnifico affresco nella nave della chiesa del monastero reale madrileno de L'Encarnciàn.

La scena raffigura il battesimo di sant'Agostino. Il vescovo Ambrogio dall'alto del battistero allarga le braccia a significare l'accoglienza della Chiesa verso i figli che si apprestano a battezzarsi. Vestiti di bianco, i catecumeni, in ginocchio, si appressano per ricevere pregando il battesimo. Oltre ad Agostino nella notte di Pasqua del 387 furono battezzati da Ambrogio anche il figlio Adeodato e l'amico Alipio.

Milano fu la tappa decisiva della conversione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Un successivo incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di sant'Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di san Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di san Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte sul 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.

Non è che una leggenda dell'alto Medioevo, ma molto bella, e piena di significato.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14

 

 

Luis Gonzales Velazquez

Figlio di Pablo González Velázquez e fratello di Alejandro e Antonio González, Luis nacque a Madrid il 25 agosto 1715. Fece i suoi primi studi presso la Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando, dove fu eletto accademico per meriti artistici nel 1753. Tra il 1741 e il 1742 ha lavorato a La Puebla de Montalbán presso Toledo, nella cappella di Nostra Signora della Solitudine. Dal 1744 collabora con Santiago Bonavia alle decorazioni del teatro del Buen Retiro. Nel 1758 assieme a Corrado Giaquinto lavora alla decorazione della chiesa dei Salesiani Reali. Quello stesso anno venne nominato pittore di corte, con uno stipendio di 9.000 reais. Sposato con Luisa Izquierdo ebbe almeno un figlio, morto a Madrid. Nel corso della sua attività pittorica dipinse e decorò con affreschi le volte e le cupole di numerose chiese a Madrid, in alcuni casi assieme ai suoi fratelli. Il suo stile predilige aspetti illusionistici associati a grandi architetture e colorato brillante. Barocco nello spirito, la sua arte rivela influenze della cerchia dei pittori italiani che circondavano Santiago Bonavia, un carattere rinforzato dalla collaborazione con Corrado Giaquinto. Tra le opere di Luis González Velázquez si può citare la cupola e i pennacchi della chiesa di San Marcos a San Leandro completata nel 1753, dove si trova raffigurata la battaglia di Almansa. Dipinse anche la volta del Monastero Reale dell'Incarnazione e decorò la chiesa di San Justo y Pastor, l'attuale Basilica Pontificia di San Michele a Madrid, e la volte e la cupola della chiesa del Convento dei Salesiani reali.

Grande interventi furono realizzati nella decorazione della chiesa del convento delle monache Bernardine del Sacramento e nei dipinti della cappella di Santa Teresa nel Convento di San Ermenegildo, nell'attuale parrocchia di San José, dove dipinse ad olio i pennacchi con una serie di eroine bibliche e quattro santi carmelitani, tra cui S. Maria Maddalena de' Pazzi, firmato e datato 1637.