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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Anselmi MichelangeloPITTORI: Anselmi Michelangelo
Agostino Padre della Chiesa
MICHELANGELO ANSELMI
1538-1539
Busseto, Collegiata di san Bartolomeo
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Una particolare scena degli affreschi nella cappella dell'Immacolata Concezione riproduce la figura di sant'Agostino. L'opera, attribuita a Michelangelo Anselmi, si trova nella chiesa Collegiata di san Bartolomeo a Busseto.
Riedificata nel XV secolo la chiesa presenta una facciata ricca di una preziosa serie di decorazioni fittili lombarde. A fianco dell'ingresso, una lapide scolpita nel 1584 ricorda l'incontro avvenuto nel 1543 fra Paolo III e Carlo V. L'interno dell'edificio religioso è ricoperto da magnifici stucchi rococò della metà del Settecento. La chiesa presenta numerose cappelle, assai ricche di opere d'arte.
Nella quarta cappella a sinistra, si trovano gli splendidi affreschi con i Padri e Dottori della Chiesa di Michelangelo Anselmi che li dipinse fra il 1538 e il 1539. I dipinti sono in uno stato critico di conservazione nonostante si sia già provveduto ad un restauro. Nella fascia superiore, si possono ammirare le Virtù cristiane e le Eroine bibliche, opera di Giovanni Gaibazzi, fra ornati di Giovanni Bavini (1865).
Anche in questa occasione Agostino è stato raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Nella sua veste di Padre della Chiesa è associato agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato frequentemente nelle chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
In questa occasione Anselmi ci presenta un Agostino giovane, che invita a seguirlo nella sequela di Cristo e indica una lastra, sorretta da un angioletto, dove sono raffigurate alcune immagini e parole. Nell'affresco Agostino con il suo movimento rafforza il dinamismo della composizione, eseguita sulla base di un solido disegno e di un colorismo caldo e brillante. Con la maturità Anseli rafforzò il rapporto luce-colore e la plasticità delle figure, con un maggior interesse al paesaggio e alla profondità spaziale.
Michelangelo Anselmi
Nato forse a Lucca nel 1492, Michelangelo Anselmi, detto anche lo Scalabrino, si trasferisce con la famiglia a Siena verso l'anno 1500 e nel 1511 è citato per la prima volta nella città toscana come pittore. Allievo del Sodoma e di Bartolomeo Neroni, subì l'influenza artistica del Beccafumi. Verso il 1515 si trasferisce a Parma, città nativa del padre Antonio, dove lo troviamo documentato come pittore dal 1520. L'Anselmi lavorerà d'ora in poi sempre a Parma, a parte brevi soggiorni a Venezia nel 1538, a Mantova nel 1542, a Siena nel 1544 e nuovamente a Venezia nel 1546. Le prime opere importanti furono gli affreschi eseguiti nel 1522-1523 nelle absidi del transetto e in due cappelle della chiesa di San Giovanni Evangelista. Conosciamo una Sacra Conversazione del 1526 nel Duomo, una Madonna col Bambino in gloria e i santi Stefano e Giovanni Battista del 1535 circa, per la chiesa di Santo Stefano che, sequestrata dai Francesi nel 1803, è ora al Louvre. Anselmi realizzò anche gli affreschi della chiesa di San Bartolomeo di Busseto nel 1538, fra cui ricordiamo l'affresco dell'Incoronazione della Vergine nell'abside della chiesa della Steccata del 1540-1542, su cartoni di Giulio Romano. Muore a Parma nel 1556.