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PITTORI: Simone II Baschenis

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa al fianco di Ambrogio

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa al fianco di Ambrogio

 

 

SIMONE II BASCHENIS

1519

Carisolo, chiesa di Santo Stefano

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco che raffigura i quattro Dottori della Chiesa si trova nella volta dell'abside della chiesa di Santo Stefano a Carisolo. I due santi Agostino ed Ambrogio sono stati dipinti affiancati l'uno all'altro e indossano quasi gli stessi piviali, la medesima mitra ed un viso similare. Il cartiglio davanti alla scrivania tuttavia li distingue, poichè riporta i loro nomi. Agostino sta a sinistra ed è comunque riconoscibile per la tunica nera sovrapposta sulle spalle al piviale.

Si tratta di una notazione simbolica abbastanza diffusa nella iconografia agostiniana, che ha lo scopo di rimarcare l'affinità fra il santo e l'Ordine agostiniano, che lo ha sempre considerato il proprio Padre fondatore. Il santo è intento a scrivere sopra dei fogli.

 

La chiesa di S. Stefano si erge sopra una rupe granitica all'imbocco della Val di Genova. La parete meridionale esterna è completamente affrescata con dipinti di Simone Baschenis che, con la sua famosa Danza Macabra, sviluppata su due registri così come quella di Pinzolo, ha fotografato la morte che ammonisce chi è ancora vivo perchè non commetta i sette peccati capitali. Nel primo registro la morte danza ed ammonisce chi è ancora vivo circa la sua ineluttabilità, nel secondo il pittore presenta i sette peccati capitali. La sequenza dei personaggi rispetta le gerarchie che esistevano nella società medievale: i nobili precedono gli uomini qualunque e gli ecclesiastici sono nettamente distinti dai laici. Sulla parete nord nterna, Baschenis produsse nel 1534 il grande affresco di Carlo Magno, che rappresenta il battesimo di un catecumeno da parte di papa Urbano I. Carlo Magno in piedi a sinistra con la corona imperiale in testa, è circondato da sette vescovi e da soldati armati. Altri vescovi col pastorale ed una schiera di catecumeni assistono alla scena.

La prima menzione di questa chiesa risale al 1244, quando viene citata in una pergamena, conservata presso la Chiesa di Giustino. Nel primo Quattrocento il primitivo edificio è stato trasformato, orientandolo non più verso est, ma verso sud. Nel 1454 ebbe luogo la riconsacrazione della chiesa quale la conosciamo. Quando nel 1751 venne aperta al culto la chiesa parrocchiale di San Nicolò, la chiesa di santo Stefano fu relegata a chiesa cimiteriale.

 

 

Simone II° Baschenis (1490-1555)

Figlio di Cristoforo II°, è considerato il pittore di affreschi più qualificato di tutta la dinastia, in quanto la sua produzione presenta una certa impronta rinascimentale e un gusto creativo personale. Tra i dipinti vanno ricordati senz'altro l'assemblea dei Santi e Dottori della Chiesa a Commezzadura (1512), la leggenda di Carlo Magno e le Storie di Santo Stefano nell'anonima chiesa di Carisolo (1519), l'Annunciazione e altri affreschi sul protiro della chiesa della Natività a Pellizzano (1534), la grande Crocefissione di Santa Maria Javrè (1543) e la decorazione degli interni di quello splendido gioiello che è la chiesa di San Vigilio a Pinzolo (1539), dove tra l'altro è possibile ammirare la rappresentazione dei Vizi capitali, una Crocefissione, un Cristo Pantocratore con i Quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa e Scene della Vita di San Vigilio. A San Vigilio si trova certamente l'opera più famosa di tutta la produzione artistica dei Baschenis e una delle più interessanti, in quanto rivela l'atteggiamento nei confronti della vita e della morte della cultura medievale. La chiesa cimiteriale, dedicata a San Vigilio, assunse l'attuale fisionomia nei primi anni del 1500 grazie alle decorazioni che vi dipinse Simone Baschenis assieme ai suoi collaboratori. Lungo la parete esterna, subito sotto il cornicione, dipinse una famosissima Danza Macabra datata 1539. L'affresco presenta una teoria di personaggi illustri, come imperatori, signori e cardinali, e umili come mendicanti, monache e soldati, intervallati da scheletri beffardi. Le immagini sono corredate da versetti simili a ritornelli popolari che ricordano l'ineluttabile fine di ogni uomo, impossibilitato per sua natura a sfuggire alla morte. I dipinti di Pinzolo sono preceduti da una esperienza pittorica che Simone condusse nel 1536 nella quattrocentesca chiesa di S. Lucia .che proprio in quel periodo assunse al ruolo di centro o sede della Curazia di Sopracqua. La chiesa di chiara ispirazione gotica riceve l'impronta prestigiosa del pennello di Simone Baschenis che orna l'interno del presbiterio e del coro, nonché la parete esterna meridionale. Su quest'ultima, secondo l'Alberti, sarebbero stati dipinti i temi della Danza macabra e dei peccati capitali, già dal pittore delineati a Carisolo e Caderzone, e che avrebbero toccato il vertice dell'espressione artistica nel 1539 sulla chiesa di san Vigilio a Pinzolo. Purtroppo gli ampliamenti a questa chiesa, ormai da tempo centro riconosciuto della cura d'anime di tutta l'alta valle (Sopracqua), fecero uno scempio degli affreschi di Simone. Negli anni 1590-1592 infatti fu prolungata la navata, sacrificando purtroppo le vecchie superfici murarie, affrescate nel 1536 da Simone Baschenis. Grande è il rammarico per la distruzione così repentina di una opera d'arte che doveva testimoniare il passaggio di Simone dalle prime esperienze giovanili (Carisolo) ai capolavori della piena maturità (Pinzolo e Javrè).