Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Simone II Baschenis

PITTORI: Baschenis Simone II

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

SIMONE BASCHENIS

1512

Commezzadura, chiesa di sant'Agata

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Tra i dipinti di Simone Baschenis va ricordato senz'altro l'assemblea dei Santi e Dottori della Chiesa a Commezzadura (1512) nella chiesa di sant'Agata.

Sicuramente si tratta dell'edificio religioso più importante della vallata che sorge a breve distanza dalla strada principale. La costruzione risale ala fine del 1400 e presenta una pianta asimmetrica. Esternamente si presenta con un grande san Cristoforo protettore dei viandanti affrescato nel 1495 sulla fiancata che guarda verso la strada. Nel presbiterio e sull'abside Simone Baschènis, che apparteneva ad una famiglia itinerante di pittori del XV-XVI secolo, dipinse a fresco figure bibliche e la storia di S. Agata, patrona della chiesa. Di grande pregio sono anche i tre altari di legno intagliato e dorato e fra le statue dei santi si presenta di squisita fattura quella della Madonna di età tardo-gotica.

Sopra l'altare nell'abside sono conservati gli splendidi affreschi con un Cristo benedicente tra angeli del XIII secolo e soprattutto quelli quattrocenteschi e cinquecenteschi dei Baschenis. L'abside è un vero trionfo del lavoro della dinastia dei Baschenis che dal 1488 al 1518 hanno dipinto santi, angeli musicanti, madonne, martiri, Padri della Chiesa, fra cui sant'Agostino, evangelisti, profeti, annunciazioni.

Sono scene di Una storia illustrata bellissima, una vera e propria biblia pauperum per i valligiani dove ancora, nel cinquecento, stentava ad arrivare il Rinascimento.

 

Simone II° Baschenis (1490-1555)

Figlio di Cristoforo II°, è considerato il pittore di affreschi più qualificato di tutta la dinastia, in quanto la sua produzione presenta una certa impronta rinascimentale e un gusto creativo personale. Tra i dipinti vanno ricordati senz'altro l'assemblea dei Santi e Dottori della Chiesa a Commezzadura (1512), la leggenda di Carlo Magno e le Storie di Santo Stefano nell'anonima chiesa di Carisolo (1519), l'Annunciazione e altri affreschi sul protiro della chiesa della Natività a Pellizzano (1534), la grande Crocefissione di Santa Maria Javrè (1543) e la decorazione degli interni di quello splendido gioiello che è la chiesa di San Vigilio a Pinzolo (1539), dove tra l'altro è possibile ammirare la rappresentazione dei Vizi capitali, una Crocefissione, un Cristo Pantocratore con i Quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa e Scene della Vita di San Vigilio. A San Vigilio si trova certamente l'opera più famosa di tutta la produzione artistica dei Baschenis e una delle più interessanti, in quanto rivela l'atteggiamento nei confronti della vita e della morte della cultura medievale. La chiesa cimiteriale, dedicata a San Vigilio, assunse l'attuale fisionomia nei primi anni del 1500 grazie alle decorazioni che vi dipinse Simone Baschenis assieme ai suoi collaboratori. Lungo la parete esterna, subito sotto il cornicione, dipinse una famosissima Danza Macabra datata 1539. L'affresco presenta una teoria di personaggi illustri, come imperatori, signori e cardinali, e umili come mendicanti, monache e soldati, intervallati da scheletri beffardi. Le immagini sono corredate da versetti simili a ritornelli popolari che ricordano l'ineluttabile fine di ogni uomo, impossibilitato per sua natura a sfuggire alla morte. I dipinti di Pinzolo sono preceduti da una esperienza pittorica che Simone condusse nel 1536 nella quattrocentesca chiesa di S. Lucia .che proprio in quel periodo assunse al ruolo di centro o sede della Curazia di Sopracqua. La chiesa di chiara ispirazione gotica riceve l'impronta prestigiosa del pennello di Simone Baschenis che orna l'interno del presbiterio e del coro, nonché la parete esterna meridionale. Su quest'ultima, secondo l'Alberti, sarebbero stati dipinti i temi della Danza macabra e dei peccati capitali, già dal pittore delineati a Carisolo e Caderzone, e che avrebbero toccato il vertice dell'espressione artistica nel 1539 sulla chiesa di san Vigilio a Pinzolo. Purtroppo gli ampliamenti a questa chiesa, ormai da tempo centro riconosciuto della cura d'anime di tutta l'alta valle (Sopracqua), fecero uno scempio degli affreschi di Simone. Negli anni 1590 - 1592 infatti fu prolungata la navata, sacrificando purtroppo le vecchie superfici murarie, affrescate nel 1536 da Simone Baschenis. Grande è il rammarico per la distruzione così repentina di una opera d'arte che doveva testimoniare il passaggio di Simone dalle prime esperienze giovanili (Carisolo) ai capolavori della piena maturità (Pinzolo e Javrè).