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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Berruguete AlonsoPITTORI: Berruguete Alonso
Sant'Agostino vescovo
BERRUGUETE ALONSO
1536
Valladolid, Museo Nazionale di Scultura
Sant'Agostino vescovo
Questo straordinario volto che raffigura un espressivo Agostino è opera di Alonso Berruguete e appartiene al Retablo che realizzò per la chiesa di san Benito el Real a Valladolid, oggi conservato nel locale Museo Nazionale di Scultura. L'opera è stata realizzata nel 1526. Questa, come altre sue opere a carattere religioso, riesce ad esprimere emozioni, e felici e tormentate allo stesso tempo.
Per la realizzazione del Retablo i monaci benedettini contattarono direttamente Alonso Berruguete, subito dopo il suo soggiorno in Italia. Il monastero di san Benito era diventato il più importante dell'ordine benedettino in Castiglia e pertanto i monaci e l'abate Alonso de Toro desideravano introdurre qualcosa di nuovo e di rinascimentale nella loro iconografia religiosa.
Berruguete propose un progetto originale pieno di tensione spasmodica con balaustre, grottesche e ordini architettonici classici. La grande opera costò 4400 ducati. Quest'opera gigantesca era affiancata da due strutture sormontate da un frontone, conteneva dipinti, rilievi, grandi sculture, con una iconografia centrata sull'infanzia di Cristo e la vita di San Benedetto. Attorno a questi due temi centrali prendeva vita una serie di piccole statue di profeti, apostoli, evangelisti e santi.
Le statue sono scolpite in legno e riccamente policromate e dorate. L'artista ha utilizzato la tecnica della lamina d'oro e dell'incarnato, che permette di ottenere una lucentezza speciale che crea un colore e una trama simili alla pelle umana.
Alonso González de Berruguete
Nacque a Paredes de Nava nel 1488.
Pittore e architetto, è considerato uno degli scultori più importanti del Rinascimento spagnolo.
Berruguete si avvicinò all'arte grazie al padre, il pittore Pedro Berruguete, che aveva ricoperto l'incarico di pittore di corte a Urbino per Federico da Montefeltro. Alla morte del padre nel 1504, Berruguete, non ancora ventenne, intraprese un viaggio in Italia per studiare gli artisti italiani. Dopo alcuni anni passati a Roma, nel 1508 si trasferì a Firenze, dove ebbe modo di conoscere le sorprendenti novità di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, e in seguito dei primi manieristi. Fu soprattutto a questi giovani artisti, quali Jacopo Pontormo e Rosso Fiorentino, che rivolse la sua attenzione. In questo contesto egli inizia a prediligere un gusto speciale per le forme allungate e cariche espressivamente fino ad effetti quasi innaturali. Tra il 1517 e il 1518 tornò in Spagna, prendendo dimora a Saragozza, dove divenne pittore di corte per Carlo I, il futuro imperatore Carlo V. Qui collaborò per quattro anni con lo scultore Felipe Bigarny, passando dall'attività di pittore a quella di scultore. In seguito si trasferì a Valladolid, dove realizzò, tra il 1527 e il 1532, un complesso retablo ligneo, intagliato, dipinto e dorato, per la chiesa di San Benito el Real. Ne risultò un'opera decisamente scenografico, ma dispersiva il gran numero di dettagli e figure. Nel 1529-1533 lavorò a una parte dell'altare della Scuola irlandese di Salamanca, trasferendosi poi a Toledo. Qui, con i suoi numerosi allievi provenienti fin dalle Fiandre e dall'Olanda, eseguì gli stalli nella cattedrale e il gruppo della Trasfigurazione sopra la cattedra vescovile (1543-1548). Ad Avila per il convento domenicano di San Tomaso dipinse il polittico dell'altar maggiore mentre per la cattedrale realizzò la Flagellazione, l'Orazione nell'orto e un Sant'Agostino. Morì a Toledo nel 1561.