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PITTORI: Butinone Bernardino

Agostino e l'aquila di san Giovanni

Agostino e l'aquila di san Giovanni

 

 

BERNARDINO BUTINONE e BERNARDO ZENALE

1485-1495

Treviglio, chiesa di san Martino e santa Maria Assunta

 

Agostino e l'aquila di san Giovanni

 

 

 

Il polittico di Treviglio si trova sull'altare maggiore della chiesa dei santi martino e Maria Assunta a Treviglio. Dipinto a tempera su tavola, misura circa 6 m in altezza e 360 cm di larghezza. Il contratto per la sua esecuzione venne firmato a maggio 1485 tra il rettore della chiesa don Simone da San Pellegrino, i fabbriceri Antonio Batallio e Lorenzo da Lemine e i pittori Bernardino Butinone e Bernardo Zenale. Il polittico probabilmente nel 1495 era già terminato, ma è solo nel 1507 che viene corrisposto il saldo di quanto pattuito. L'opera è composta da

 

Questa grande pala d'altare costituisce una delle più interessanti opere del Rinascimento lombardo, che associa i canoni stilistici gotici con quelli rinascimentali. L'opera è ubicata sul lato destro della basilica, vicino alla sagrestia ed è composta su due registri più una predella e un timpano che contiene un tondo della Pietà. Ciascun registro è diviso in tre pannelli di uguali dimensioni, che, con l'aiuto della cornice, simulano la presenza di una loggia da dove i santi si affacciano. Simili effetti illusionistici derivano da Vincenzo Foppa e soprattutto da Mantegna. Butinone ha lavorato in particolare il pannello centrale superiore con la Vergine e il Bambino e quelli di destra, mentre Zenale i restanti. Il registro inferiore presenta un finto portico aperto sul paesaggio, con tre santi per lato e, al centro, San Martino che dona il mantello tagliato ad un povero. La prospettiva ha il punto di fuga sul ginocchio di Martino al centro del pannello centrale, ma gli scorci in profondità non sono proporzionali, poichè gli artisti hanno preferito ottenere un effetto scenografico. Ai lati si trovano i santi disposti in profondità: a sinistra sono raffigurati i santi Zeno, Maurizio e Pietro, a destra i santi Sebastiano, Antonio da Padova e Paolo.

Il registro superiore pone al centro la Vergine in trono col Bambino tra angeli musicanti e con due cherubini in volo che la stanno incoronando. Ai suoi lati si trovano due gruppi di tre santi ciascuno, che si affacciano da una ringhiera. A sinistra troviamo le sante Lucia, Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena, mentre a destra i santi Giovanni Battista, Stefano e Giovanni evangelista. La rappresentazione fondamentalmente rinascimentale si fonde con l'esuberanza decorativa e l'ampio uso degli ori legati ancora alla tradizione tardo gotica lombarda. La predella è composta da tre scene principali, intervallate, sui pilastri, dalle figure dei quattro Dottori della Chiesa a mezzo busto: Girolamo, Gregorio, Ambrogio e Agostino. Le scene sono dedicate alla vita di Cristo e mostrano l'Adorazione del Bambino, la Crocifissione e la Resurrezione.

Agostino è raffigurato all'interno di un modesto e ristretto ambiente dal soffitto ligneo. Potrebbe sembrare una cella monastica aperta frontalmente a indicare una finestra, il cui davanzale serve da scrivania ricoperta da una tovaglia con la frangia decorata da una fascia di lettere ricamate in oro, dove Agostino ha deposto un libro aperto. Il santo indossa i paramenti episcopali con la mitra intesta aureolata dal nimbo dei santi. Con la mano destra regge una penna mentre con la sinistra impugna un calamaio. Il suo volto ha un aspetto ancora giovanile con discreta barba che gli copre le gote.

In una rientranza della cornice chiusa da un pannello di legno, troviamo l'aquila dell'evangelista Giovanni mentre spiega le sue ali e tiene aperto il libro del Vangelo dalla copertina rossa con una zampa sollevata. Probabilmente è lo stesso libro che Agostino si sta preparando a glossare utilizzando stilo e calamaio che tiene fra le mani.

 

 

 

Bernardino Butinone

Figlio di Jacopo da Treviglio e allievo di Vincenzo Foppa, Butinone fu tutore del Bramantino e collaborò con Bernardo Zenale. Dal 1491 al 1493 questi due pittori lavorarono insieme alla volta Grifi di san Pietro in Gessate a Milano. Il loro capolavoro fu il polittico di san Martino a Treviglio, la maggiore opera pittorica del Quattrocento lombardo. Butinone divenne proprietario di una fiorente bottega in Milano nel 1484. A lui vengono attribuite le seguenti opere: la Flagellazione di Cristo (Museo di Villa Cagnola), una Crocefissione (Palazzo Barberini a Roma), la Pietà (già nella Galleria di Berlino) e sedici Storie bibliche (oggi disperse in vari musei) e il trittico Madonna in trono e Santi realizzato nel 1484 per la chiesa di S. Maria del Carmine a Milano. La sua carriera artistica conosce tre periodi ben determinati: all'iniziale influenza di Mantegna e della scuola padovana-ferrarese, ben presto si sovrappose una spinta verso momenti creativi più originali e autentici. Da questo momento l'artista perseguì soluzioni più naturali, meno intellettuali e conformi con la scuola lombarda, dovute anche al tratto pittorico, più pacato, dello Zenale.