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PITTORI: Caliari Carlo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CALIARI CARLO detto il VERONESE

1590-1596

Mercato antiquario

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'opera viene attribuita a Carlo Caliari ed è apparsa sul Mercato antiquario della Art value collection. La tavola raffigura sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa all'interno di una nicchia di gusto rinascimentale. Il santo indossa gli abiti episcopali e porta gli attributi del suo rango ecclesiale. In testa porta una mitra e fra le braccia che reggono un voluminoso libro regge il bastone pastorale. Sulle pagine aperte del libro non si distinguono particolari parole che inducano a riconoscere l'opera in questione. Il santo ha il viso abbassato come se fosse in lettura del testo che tiene aperto vigorosamente con le mani. Una folta barba nera gli copre il viso fino al petto e gli dona una discreta autorevolezza assieme all'espressione di un viso non più giovanile ma di persona matura.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

Caliari Carlo

Carlo Caliari nasce da una famiglia di pittori italiani il cui maggior esponente è Paolo Veronese. Il figlio Carlo (Venezia 1570-1596), il più giovane, fu dapprima allievo del padre passando in seguito nella bottega dei Bassano. L'influenza di entrambe le scuole è evidente in tutta la sua produzione che oscilla tra naturalismo applicato alla scena di genere e formule compositive ispirate alla tarda attività del padre.

A partire dal 1590 il pittore subisce l'influenza della pittura tardo manierista di artisti lagunari come Domenico Tintoretto e Palma il Giovane, costruendo opere dalla struttura sovraffollata e drammatica: il Doge riceve in dono le stoffe dai Persiani e il Doge consegna le leggi (1595) testimonianze della sua ultima attività. Collaborò spesso con lo zio Benedetto (Verona 1538-1598), che fu tra i più assidui aiuti del Veronese e ne imitò pedissequamente lo stile, e con il fratello Gabriele (Venezia 1568-1631), figura di modesto valore, la cui opera si esaurisce alla morte dello zio, quando si ritirò completamente dall'attività di pittore per dedicarsi al commercio dei quadri paterni. I tre pittori fondarono una società denominata «Haeredes Pauli», dipingendo nel 1589 le tele per la sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale a Venezia (L'ambasciata del Papa e della Repubblica al Barbarossa e l'Incontro di Alessandro III con il Doge Sebastiano Ziani).

Carlo fu attivo soprattutto in Venezia, dove ha lavorato e ha ereditato lo studio del padre. Come membro di maggior talento della bottega del padre, ha sicuramente eseguito molte opere che sono attribuite a suo padre. I lavori che sono gli sono stati manifestano maggiore precisione e delicatezza, sia tecnicamente che nella fisionomia. I suoi primi lavori firmati mostrano l'influenza di entrambi suo padre e della famiglia Bassano dove si è formato.