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PITTORI: Giovanni Busi detto il Cariani

La Vergine con Agostino vescovo e Gerolamo

La Vergine con Agostino vescovo e Gerolamo

 

 

GIOVANNI BUSI detto il CARIANI

1509

Londra, Collezione Sir Holman Hunt

 

 

La Vergine con Agostino vescovo e Gerolamo

 

 

 

Cariani nacque nella bergamasca. La sua attività giovanile si svolge a Venezia a partire dal 1508. Nel 1517 lo troviamo a Bergamo per affrescare palazzo Roncalli. Rientra a Venezia nel 1523, dove la sua attività diventa più saltuaria. Muore in questa città probabilmente verso il 1547. Seguace del Giorgione, Cariani subisce in età matura l'influenza di Palma e dell'arte tedesca. Giovanni Cariani ha rappresentato Agostino in questa Pala d'altare su legno in modo abbastanza tradizionale. Il santo indossa gli abiti episcopali, in testa ha la mitria: nella mano sinistra ha il pastorale mentre con la destra tiene un libro.

Lo sguardo è rivolto alla Vergine che tiene in braccio il Bambino Gesù. A sinistra si erge la maestosa figura di san Gerolamo. Ha un aspetto da vegliardo, con una folta barba bianca: sfoglia un libro che tiene con entrambe le mani mentre guarda con attenzione e riguardo la scena che vede esprimersi il grande amore di Maria per il figlio. Di Cariani è nota un'altra rappresentazione di sant'Agostino conservata a Milano.

Dottore della Chiesa, Gerolamo è uno dei quattro massimi Padri latini. Nacque a Stridone ai confini fra Dalmazia e Pannonia tra il 340 e il 350. Di ricca famiglia, perfezionò i suoi studi a Roma, dove ricevette il battesimo. Colto, sapiente, tradusse la Bibbia, approfondì le questioni dottrinarie. Polemizzò con molti, fra cui anche Agostino, di cui era contemporaneo. Di lui Agostino dice che aveva una cultura immensa e una potente personalità.

Dopo la morte di Papa Damaso, Girolamo lasciò Roma nel 385 e intraprese un pellegrinaggio, dapprima in Terra Santa, silenziosa testimone della vita terrena di Cristo, poi in Egitto, terra di elezione di molti monaci (cfr Contra Rufinum 3,22; Ep. 108,6-14). Nel 386 si fermò a Betlemme, dove, per la generosità della nobildonna Paola, furono costruiti un monastero maschile, uno femminile e un ospizio per i pellegrini che si recavano in Terra Santa, «pensando che Maria e Giuseppe non avevano trovato dove sostare» (Ep. 108,14).

A Betlemme restò fino alla morte, continuando a svolgere un'intensa attività: commentò la Parola di Dio; difese la fede, opponendosi vigorosamente a varie eresie; esortò i monaci alla perfezione; insegnò la cultura classica e cristiana a giovani allievi; accolse con animo pastorale i pellegrini che visitavano la Terra Santa. Si spense nella sua cella, vicino alla grotta della Natività, il 30 settembre 419-420.

 

 

Giovanni Busi

Giovanni Busi nacque a San Giovanni Bianco nel 1480/85 e morì a Venezia dopo il 1547. Operò a Bergamo tra il 1518 e il 1524 e forse tra il 1528 e il 1530. Educatosi a Venezia nei primi anni del secolo, risentì l'influsso del Bellini (ancora visibile nella Madonna con S. Sebastiano e nel Doppio ritratto del Louvre) e di Palma il Vecchio (Sacra conversazione, Venezia, Gallerie dell'Accademia). Intorno al 1515 Cariani va mutando indirizzo, orientandosi verso Giorgione, Sebastiano del Piombo e Tiziano giovane, pur senza rinunciare alla vastità d'impianto che gli viene dal Palma: sono di questo momento la copia dell'Adultera tizianesca di Glasgow nella Carrara di Bergamo, i santi Sebastiano e Rocco del Musée des Beaux-arts di Marsiglia e il gruppo della Famiglia Albani. La prima opera datata pervenutaci è il gruppo dei sette ritratti della Famiglia Albani (Bergamo, coll. Roncalli) del 1519. Il primo periodo bergamasco mette il pittore a contatto con la pittura lombarda: dopo la Resurrezione del 1520 (Milano, Brera), dove deriva dal Moretto il particolare luminismo, va affinando la propria sensibilità secondo la lezione di Lotto nella contemporanea Madonna col donatore della Galleria Carrara e nella Madonna in trono e sette Santi (Milano, Brera); mentre nella serie di ritratti, fra i quali il Gentiluomo della National Gallery di Ottawa, rivela l'influsso del Romanino in certi estrosi effetti cromatici. Dopo il 1524, con il ritorno a Venezia, Cariani si riaccosta al Palma (Ritratto delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, 1526; la Visitazione del Kunsthistorisches Museum di Vienna; il Ritratto della National Gallery di Washington) e su questa via continua senza ulteriori notevoli cambiamenti per tutto l'ultimo ventennio: dalla Salita al Calvario di Brera alla Sacra Famiglia della Alte Pinakothek di Monaco, ai vari ritratti, di Oslo, di Vienna (1536).