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Agostino e il Bambino sulla spiaggia
DARGENT PIERRE
1574
Bourg-en-Bresse, Monastero di Brou, Cappella Gorrevod
Agostino e il Bambino sulla spiaggia
La tela, di cui la raffigurazione di Agostino costituisce la sezione sinistra, servì da pala d'altare fino alla soppressione del convento durante la rivoluzione francese. Venne successivamente spostata nella Cappella di Gorrevod. Dipinta a olio su tela, l'opera misura 327x162 cm e reca l'iscrizione "Guillaume Perrier pinxit A Mascon anno 1634."
Il dipinto attualmente visibile nella parte centrale rappresenta san Nicola da Tolentino inginocchiato in preghiera che alza gli occhi verso angeli musici. Il dipinto ha sostituito un quadro cinquecentesco che probabilmente fu donato al monastero dal cardinale Antoine Perrenot cardinale di Granvelle.
Il quadro, realizzato nel 1634 era collocato sull'altare già alla fine del Seicento, dato che padre Raphael ricorda "il quadro di san Nicola da Tolentino che gode in questo mondo la sinfonia degli Angeli in mezzo a sant'Agostino e santa Monica piantati tutti e tre nella stessa architettura."
Lo stile più manierista delle figure laterali rivela una datazione verso il 1574. Potrebbero essere le vestigia della pala originale, senza dubbio mutilata come sembra esprimere la sparizione della testa di sant'Agostino.
L'autore del dipinto del 1574 è Pierre Dargent. Tale dipinto venne donato al monastero di Brou da Carlo V. L'iscrizione sulla cornice del quadro richiama questa donazione così come il nome del pittore.
L'episodio descritto ricorda una leggenda che vede protagonista Agostino nel suo desiderio di penetrare il mistero della Trinità.
Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.
Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.
Dargent Pierre
Pierre d'Argent, detto il Vecchio, nacque a Besançon intorno al 1510. Era il figlio maggiore di Gerard. Il cardinale di Granvelle lo accolse nella sua casa e gli fece compiere studi in Italia e nelle Fiandre. Ritornò a Besançon nel 1564, dove fu impiegato a dipingere quadri o copie di quadri per il palazzo del cardinale e per le sue cappelle. Si ricordano a questo proposito la Discesa dalla Croce, il Bronzino, la Chiesa di Ornans, la Battaglia di Lepanto, la Chiesa di Cromary. L'artista eseguì per la chiesa di Brou la grande tela di San Nicola di Tolentino, con Sant'Agostino e Santa Monica, datata 1574. Per la collegiata di Friburgo (1584-1585) realizzò i dipinti destinati al coro, che purtroppo scomparvero in un incendio. Divenuto pittore di Besançon alla morte di suo padre, eseguì molte opere: citiamo fra i tanti la vista di Besançon, inviata al governatore della provincia, il ritratto dell'imperatore Massimiliano, Tiberiade, carri armati trionfali, ecc. Ha anche eseguito diverse copie di grandi dimensioni della Sindone, prima dell'anno 1608, e ha anche occupato, come suo padre, il lavoro di maestro della valuta, dal 1592. Morì poco dopo il 1608.