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PITTORI: El Greco

Sant'Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

Sant'Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

DOMENICO THEOTOKOPOULOS detto EL GRECO

1550-1565

Venezia, Museo Correr

 

Sant'Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

El Greco si è misurato in questa occasione con un tema iconografico agostiniano di grande spessore teologico: Sant'Agostino di Ippona è inginocchiato in preghiera fra il Cristo Crocifisso e il latte della Vergine.

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.

La prima immagine di Maria "Galactotrephousa" (così era chiamata in Oriente, mentre in Occidente veniva appellata come "Maria Lactans") è di origine copta e si trova in una cella monastica di Banit in Egitto e in una caverna eremitica del Monte Latmos in Asia minore (entrambi del sec. VI - VII) nonché a Roma in un frammento di scultura del secolo VI rinvenuto nel Cimitero di San Sebastiano.

L'immagine paleocristiana della Virgo lactans, che nella rappresentazione del gesto materno per eccellenza evidenziava l'incarnazione del Cristo in una creatura terrena, fu recuperata nel secolo XII e incontrò enorme successo a partire dal XIII secolo, in coincidenza con la diffusione, promossa dai crociati, delle icone della Galactotrephousa che stimolò una fiorente produzione d'immagini devozionali sia nella pittura che nella scultura.

 

Probabilmente formatosi presso il pittore di icone cretese Michele Damaskinos, già nel 1560 viene ricordato in patria come maestro pittore. Poco dopo si trasferisce a Venezia (l'isola di Creta faceva parte dei possedimenti della Serenenissima) ed entra in contatto con i grandi artisti del pieno Rinascimento: Tiziano, Tintoretto, Jacopo bassano sono determinanti per il formarsi del suo stile. El Greco acquisisce un senso ricco e fiammeggiante del colore, e, nelle opere eseguite in gioventù, mostra di studiare con particolare attenzione le elaborate strutture prospettive di Tintoretto.

L'esperienza veneziana resterà un tratto determinante in tutta l'attività di El Greco, così come una religiosità profonda, turbata, intensa. Intorno al 1572 l'ancor giovane pittore è a Roma, dove studia le opere di Michelangelo e si iscrive all'Accademia di San Luca. Nel 1577 El Greco è a Toledo, la città che diventa la sua terra d'adozione: da questo momento, il nome del maestro viene stabilmente sostituito dal soprannome che lo renderà famoso e che ricorda una patria sempre più lontana ma mai dimenticata. Alternando pale d'altare, dipinti devozionali, dipinti di medio formato e intensissimi ritratti, il pittore segna una drastica svolta nell'arte spagnola, ponendosi come chiave di volta fra Rinascimento e Barocco. Progressivamente la sua pittura assume un tono visionario, fantastico, con figure allungate oltre i limiti della verosimiglianza, colori fosforescenti, composizioni vertiginose. Con gli ultimi anni del XVI secolo e soprattutto con le opere dipinte già nel Seicento El Greco si spinge ulteriormente verso i confini espressivi di uno stile allucinato, magico, carico di tesa suggestione. Il ruolo di El Greco per la pittura spagnola è determinante: con lui si interrompe la ripetitiva, stanca adozione di modelli invecchiati e si apre un'epoca di coraggiose innovazioni.