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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: El GrecoPITTORI: El Greco
Agostino vescovo (particolare del quadro di El Greco)
DOMENICO THEOTOKOPOULOS detto EL GRECO
1541-1614
Toledo, Museo di Santa Cruz
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'opera è di mano di Dominikos Theotokopulos detto El Greco per le sue origini (1541-1614). L'artista è uno dei massimi esponenti del manierismo cinquecentesco che trova in questa circostanza, dove dipinge sant'Agostino vescovo, che tiene in mano un modello di chiesa, un ulteriore esempio della sua bravura. Dipinto con la tecnica a olio, il quadro misura 86 x 110 cm ed centrato tutto sulla figura del santo. Vestito da vescovo, con nella mano destra il bastone pastorale e sulla testa la mitra, Agostino è stato immaginato nella sua età senile, con una foltissima barba grigiastra che gli copre anche il petto. Lo sguardo del santo è vivido e sembra interrogare lo spettatore che si è avvicinato per vederlo.
L'opera si trova a Toledo, nel Museo di Santa Cruz. L'edificio che ospita il museo fu costruito nel Cinquecento per ordine del cardinale Pedro González de Mendoza, come ospedale o Istituto di beneficenza per l'accoglienza di orfani e ammalati. La facciata della struttura è caratterizzata da un ricco portale plateresco, mentre l'interno presenta un chiostro e una monumentale scala, tutte opere dell'architetto e scultore Alonso de Covarrubias (1488-1570).
Le dedicazioni di chiese a qualche santo sono fenomeno molto comune, cui non poteva certo sfuggire Agostino. In alcuni casi egli tiene in mano chiese o monasteri: ciò significa che la comunità locale gli ha affidato la propria chiesa o il proprio monastero affinché vegli sul regolare svolgimento delle attività spirituali di questi sacri luoghi.
Domenico Theotokopoulos nacque a Creta nel 1541 e morì a Toledo nel 1614.
Probabilmente formatosi presso il pittore di icone cretese Michele Damaskinos, già nel 1560 viene ricordato in patria come maestro pittore. Poco dopo si trasferisce a Venezia (l'isola di Creta faceva parte dei possedimenti della Serenenissima) ed entra in contatto con i grandi artisti del pieno Rinascimento: Tiziano, Tintoretto, Jacopo bassano sono determinanti per il formarsi del suo stile. El Greco acquisisce un senso ricco e fiammeggiante del colore, e, nelle opere eseguite in gioventù, mostra di studiare con particolare attenzione le elaborate strutture prospettive di Tintoretto.
L'esperienza veneziana resterà un tratto determinante in tutta l'attività di El Greco, così come una religiosità profonda, turbata, intensa. Intorno al 1572 l'ancor giovane pittore è a Roma, dove studia le opere di Michelangelo e si iscrive all'Accademia di San Luca. Nel 1577 El Greco è a Toledo, la città che diventa la sua terra d'adozione: da questo momento, il nome del maestro viene stabilmente sostituito dal soprannome che lo renderà famoso e che ricorda una patria sempre più lontana ma mai dimenticata. Alternando pale d'altare, dipinti devozionali, dipinti di medio formato e intensissimi ritratti, il pittore segna una drastica svolta nell'arte spagnola, ponendosi come chiave di volta fra Rinascimento e Barocco. Progressivamente la sua pittura assume un tono visionario, fantastico, con figure allungate oltre i limiti della verosimiglianza, colori fosforescenti, composizioni vertiginose. Con gli ultimi anni del XVI secolo e soprattutto con le opere dipinte già nel Seicento El Greco si spinge ulteriormente verso i confini espressivi di uno stile allucinato, magico, carico di tesa suggestione. Il ruolo di El Greco per la pittura spagnola è determinante: con lui si interrompe la ripetitiva, stanca adozione di modelli invecchiati e si apre un'epoca di coraggiose innovazioni.