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PITTORI: Prospero Fontana

Madonna in trono con i santi Agostino, Caterina d'Alessandria, Paolo e il piccolo Giovannino

Madonna in trono con i santi Agostino, Caterina d'Alessandria, Paolo e il piccolo Giovannino

 

 

PROSPERO FONTANA

1540

Berlino, Staatliche Museen Gemäldegalerie

 

Madonna in trono con i santi Agostino, Caterina d'Alessandria, Paolo e il piccolo Giovannino

 

 

 

La tela di Fontana è nota anche come lo Sposalizio di santa Caterina. L'opera si trovava originariamente nel monastero delle monache di san Giovanni Battista a Bologna. Firmato e datato 1540, il quadro corrisponde alla pala che si trovava già a Wiesbaden, mentre oggi di nuovo è conservato a Berlino, Staatliche Museen Gemäldegalerie. Questa è la sua prima opera documentata, nella cui realizzazione si segnalano tangibili accostamenti a Vasari e a Doceno accanto ad eleganti e raffinate esperienze riconducibili a Perino e a Parmigianino.

La Vergine in trono tiene fra le braccia il Bambino Gesù mentre con la destra accoglie amorevolmente santa Caterina in ginocchio. Ai piedi della Vergine se ne sta in preghiera un giovane san Giovanni Battista seminudo. Completano la scena san Paolo a destra ritto in piedi con la spada nella mano e sant'Agostino, a sinistra, inginocchiato in preghiera.

Il santo ha un aspetto maturo, con una folta barba grigiastra e una corona di capelli su una testa calva con l'aureola dei santi. ha le mani giunte in atteggiamento di preghiera mentre il suo bastone pastorale è stato deposto ai piedi della Vergine in segno di umiltà. Non compare neppure la mitra episcopale. Sul gradino si osserva un libro dalla copertina blu a simbolizzare la sua straordinaria ed efficace azione teologica a favore della Chiesa cattolica.

L'Ordine di sant'Agostino fin dagli inizi onorò santa Caterina martire dedicandole molte chiese. Inoltre la proclamò celeste patrona degli studi teologici agostiniani. Santa Caterina d'Alessandria viene spesso rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene nella mano sinistra indica il suo martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). Talora, ma non è il nostro caso, viene rappresentata con una spada, l'arma che le tolse la vita, e la ruota dentata, lo strumento del martirio, elemento che lega la santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota.

L'episodio mistico di Caterina d'Alessandria invita ad andare oltre il simbolo sponsale. Il messaggio che ci vuole trasmettere è la stabilità dell'unione di amore e di pensiero. Il diamante infatti, simboleggia la fede forte, perfetta, le quattro perle, simboleggiano la purezza d'intenzione, di pensiero, di parola e di azione.

 

 

Prospero Fontana

Fontana nacque a Bologna nel 1512 e la sua prima formazione avviene a Bologna nella bottega di Innocenzo da Imola. Soggiornò per un certo periodo a Genova, dove, sedicenne, fu attivo nel palazzo Doria e nel palazzo della Signoria, come aiutante di Perin del Vaga, già allievo di Raffaello. Nel 1534 probabilmente era già tornato a Bologna dato che il cardinale del Monte, allora vice legato a Bologna, lo ricorda come suo "famigliare". Nel 1539 sposò Antonia de Bonardis, che apparteneva ad una delle più importanti famiglie di tipografi bolognesi, il che aprì le porte della illustrazione dei testi con disegni, incisioni, stampe. La presenza a Bologna di Vasari e C. Gherardi detto il Doceno, impegnati nel complesso decorativo del refettorio di S. Michele in Bosco, costituì una occasione fondamentale per la sua formazione.

Dopo un prolungato “praticantato” con vari pittori manieristi, Fontana aprì a Bologna una sua bottega che ebbe un ruolo importante nella maturazione della pittura emiliana del secondo Cinquecento. Nella sua bottega si formarono i cugini Carracci che conobbero una grande notorietà. Fontana fu un eccellente ritrattista, una abilità che trasmise alla figlia Lavinia e come tale fu presentato da Michelangelo a Giulio III, divenendo uno dei pittori preferiti del pontefice, «che lo stipendiò fra' pittor palatini. Servì anco i tre successori di Giulio e fu considerato fra' miglior ritrattisti del suo tempo.»

Attorno al 1550 iniziò a lavorare per Giulio III a Roma, dove, tra l'altro, sovrintese alla decorazione del Belvedere in Vaticano; lavorò in Castel Sant'Angelo; decorò Villa Giulia e affrescò il loggiato di Palazzo Firenze in Campo Marzio. Verso il 1560 emigrò in Francia, chiamato, come vari pittori manieristi, da Primaticcio a fondare la Scuola di Fontainebleau, un'esperienza che anche per Fontana risultò assai formativa.

Il soggiorno francese fu breve perché Fontana si ammalò gravemente e dovette essere rimpatriato in tutta fretta. Poco dopo Fontana accompagna Vasari a Firenze, dove lo aiuta ad affrescare Palazzo Vecchio (1563-1565). In questa città viene ammesso nell'Accademia Fiorentina del Disegno.

Rientrato nel 1570 a Bologna, l'anno successivo è a Città di Castello, per decorare Palazzo Vitelli a Sant'Egidio. L'opera lo impegnò dal 1572 al 1574. Ritornato definitivamente a Bologna nel 1550 affrescò la Palazzina della Viola, nel 1551 Palazzo Bocchi, tra il 1550 e il 1556 Palazzo Poggi; nel 1560 dipinse la Disputa di Santa Caterina per il santuario della Madonna del Baraccano. Decora quindi a fresco la cappella Pepoli in San Domenico e nel 1570 partecipa alla decorazione del nuovo abside nella Chiesa di San Pietro. Fontana continuò a dipingere fino al 1590, ma senza i grandi successi del passato, probabilmente per la concorrenza dei Carracci, e per la sua pittura ritenuta troppo frettolosa e poco curata. Fontana morì a Bologna nel 1597.