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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Francesco MorandiniPITTORI: Francesco Morandini
Madonna della Cintura con Agostino, Monica e Santi
FRANCESCO MORANDINI
1596
Cortona, Duomo di Santa Maria
Madonna della Cintura con Agostino, Monica e Santi
L'opera si trova attualmente nella cappella maggiore del Duomo di Cortona e proviene dalla chiesa cittadina di sant'Agostino. In quest'ultimo edificio probabilmente occupava l'altare della Compagnia di santa Monica. Lo spostamento in Duomo avvenne fra il 1930 e il 1960. In tale occasione il dipinto venne attribuito al Poppi, dopo che in passato si era pensato a Cristofano Allori. La struttura compositiva è piuttosto complessa, con una netta separazione fra cielo e terra, il cui raccordo avviene grazie agli angeli che distribuiscono cinture. Entrambi i livelli sono affollati di personaggi. Sullo sfondo del livello inferiore si nota la scena dell'incontro di Agostino in riva al mare con un bambino che sta giocando con l'acqua per svuotare il mare. E' un chiaro riferimento alla ricerca agostiniana del mistero della Trinità. Agostino compare anche in alto di fianco alla Vergine e Gesù che donano le cinture grazie proprio ad Agostino e Monica. In secondo piano, sempre al livello superiore, sono presenti altri santi, fra cui si riconoscono il Battista, Sebastiano e san Nicola da Tolentino, caratterizzato dal giglio e dalla veste nera col sole raggiante. La pala è una delle ultime opere di Poppi che morì a Firenze l'anno dopo, nel 1597.
Morandini Francesco
Soprannominato il Poppi, dal nome del paese dove nacque verso il 1544, era figlio di Stefano, notaio. Il padre lo avviò alla carriera paterna attraverso lo studio della grammatica, ma la naturale predisposizione per il disegno e l'interessamento di Piero Vasari lo indirizzarono verso una formazione pittorica. Trasferitosi a Firenze, fu accolto tra gli allievi di Giorgio Vasari. In occasione dell'ingresso di Giovanna d'Austria a Firenze nel 1565 partecipò, con Sebastiano Viti e Marco da Faenza, alla decorazione del cortile di palazzo Vecchio. In quegli anni dipinse, per l'ospedale degli Innocenti, la tavola con la Madonna in trono con Bambino e angeli venerata dalle innocenti. Tra il 1567 e il 1569 partecipò alla pala commissionata a Vasari da Pio V, per la chiesa di S. Croce a Boscomarengo. Morandini è documentato nel chiostro dello Scalzo, a Firenze, dove, forse sotto la guida di Naldini, si dedicò allo studio delle opere di Andrea del Sarto. Tra il 1572 e il 1573 realizzò, per la Compagnia dell'Angelo Raffaele di Prato, la tavola con l'Arcangelo Raffaele e Tobiolo (Prato, Museo civico), le due Carità (Firenze, Galleria dell'Accademia; Douai, Musée de la chartreuse), lontane eco della Madonna del Libro di Pontormo (perduta), la Casa del Sole (Arezzo, Museo Vasari), S. Elena (Baltimora, Walters Art Gallery), S. Caterina d'Alessandria (in due versioni). Nel 1572 acquistò una casa in via Campaccio a Firenze, attuale via S. Reparata, dallo scultore Vincenzo Danti. Accolto nel 1572 all'Accademia del disegno, a maggio partecipò alle esequie di Cosimo I realizzando, per 204 scudi, 88 drappelloni (perduti) con le armi e le effigi dei santi protettori dei Medici. Nel novembre 1575 è documentato a Poppi. Durante il soggiorno nel Casentino, che si prolungò forse a causa della presenza di due sorelle, Giulia e Margherita, suore agostiniane nel locale monastero, Morandini realizzò il Martirio di S. Giovanni Evangelista nella badia di S. Fedele a Poppi (1575-1581) e il Giudizio di Paride. Al periodo 1575-1578 risalgono la Discesa dello Spirito Santo (Poppi, prepositura dei santi Marco e Lorenzo) per l'omonima Compagnia, la pala con l'Assunzione della Vergine (palazzo comunale) e le tavole con S. Chiara e Stimmate di san Francesco (chiesa di S. Chiara). Nel 1576, tornò a Firenze dove, per Pandolfo Bardi di Vernio, dipinse una Crocefissione e una Lamentazione sul Cristo. Commissionato nel 1577 dagli operai della Misericordia e Dolce di Prato, il Ritratto di Pier Francesco de' Ricci è stilisticamente prossimo allo Sposalizio della Vergine, nella chiesa di S. Niccolò Oltrarno dal 1579. Per la stessa chiesa Morandini realizzò l'Arcangelo Gabriele e Tobiolo e l'Arcangelo Michele e Lucifero, e la pala con Gesù che resuscita il figlio della vedova di Naim. Dal 1585, anno in cui venne eletto conservatore, il pittore intensifica la sua attività per l'Accademia del disegno. Forse in seguito a una malattia, nel 1588 Morandini fece testamento predisponendo lasciti, due rendite per le sorelle, e nominando erede universale Bastiano Morandini, a cui consigliava di far stimare, per poi venderlo, il "Libro de' disegni di sua mano". Nell'ultimo decennio fu attivo soprattutto in provincia. Morì a Firenze nel 1597 e venne sepolto nella cappella dei Pittori alla SS. Annunziata alla presenza degli accademici del Disegno.