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PITTORI: Jacopo da Burgofranco

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JACOPO DA BURGOFRANCO

1505

Pavia, Biblioteca Universitaria, A 36

 

Agostino vescovo

 

 

 

La figura di Agostino compare nel XIII capitolo che Jacopo Gualla giureconsulto, nel suo codice Papiae Sanctuarium, dedica alla traslazione delle reliquie di sant'Agostino a Pavia. L'opera fu composta nel 1505. In capo alla immagine del santo si legge "De translatione sancti Augustini: sacrisque reliwuijs in eius tempio existentibus". La pagina è preceduta da un altro capitolo che narra il ruolo che ebbe il re longobardo Liutprando nella acquisizione e traslazione delle spoglie di Agostino: "De Lymprando Longobardorum Rege conditore sancti Augustini".

Agostino è qui raffigurato in un riquadro rettangolare nelle sue vesti episcopali, quantunque sotto il piviale si possa notare la presenza della tonaca dei monaci agostiniani, che già al tempo della realizzazione del volume avevano in custodia le spoglie di Agostino in san Pietro in Ciel d'Oro a Pavia.

Il santo è disegnato a figura intera con la mano destra alzata in segno benedicente. La mano sinistra regge il bastone pastorale e nello stesso tempo trattiene un lembo del piviale. In testa Agostino porta una elegante mitra, circondata dal nimbo dei santi.

Il volto ha una espressione serena e matura, con lo sguardo che cerca profondamente di incrociare gli occhi del lettore. Sullo sfondo compare un paesaggio alquanto stilizzato secondo i canoni quattrocenteschi, dove dietro una modesta rupe si intravede un piccolo villaggio con una chiesa. Due modesti alberi spezzano l'orizzonte senza vegetazione.

 

 

Jacopo da Burgofranco

Jacopo fu tipografo ed editore di buon livello e successo agli inizi del Cinquecento. Suo padre Giovanni era nativo probabilmente da Borgofranco sul Po in provincia di Mantova da cui trasse il soprannome. Jacopo nacque verso il 1480 ed è conosciuto anche come Iacopo Pocatela o Iacopus o Iacobus o Iacob de paucis drapis o paucisdrapius o paucisdrapensis o pulchrisdrapensis. Questo soprannome o cognome deriva quasi certamente dalla attività che si svolgeva in famiglia relativa al commercio dei tessuti. Ancora giovanissimo, si stabilì a Pavia fin dal 1490. Considerò questa città sua patria elettiva, dove abitò fino al 1525. Operò come libraio ed editore di opere destinate all'insegnamento della prestigiosa università cittadina.

Nel 1528 si trasferì a Venezia, dove nel 1530 pubblica una bella e curata edizione della Commedia, "novamente impressa, revista et emendata et di nuovissime postille adornata". L'edizione gli era stata commissionata dal fiorentino Lucantonio Giunta (1457-1538), il cui nome è ricordato nel colophon e la cui marca, in rosso, è posizionata al centro della parte inferiore del frontespizio. Nel periodo veneziano stamperà opere di Terenzio, di Omero e di Aristofane e  riprodurrà con poche varianti il testo dell'Aldina del 1502.