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PITTORI: Lorenzo Torresani

Madonna col Bambino e i SS.  Agostino e Nicola da Tolentino

Madonna col Bambino e i SS. Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

LORENZO TORRESANI

1548

Cittaducale, chiesa di sant'Agostino

 

Madonna col Bambino e i SS. Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

 

In Piazza del Popolo in Cittaducale si trova la chiesa di S. Agostino, che era annessa al monastero appartenente all'Ordine degli Agostiniani i quali si stabilirono in Cittaducale verso il 1350. Sul fianco della chiesa di S. Agostino si scopre lo stupendo portale istoriato tardogotico, datato 1450 che fu affrescato, nella lunetta, da Lorenzo Torresani con una scena agostiniana. La Madonna col Bambino in grembo sta seduta in trono fra i santi Agostino (a sinistra vestito da vescovo) e Nicola da Tolentino nei panni di un monaco agostiniano.

Dotato di un portale in stile gotico con colonnine ad arco a tutto sesto, il portale fu realizzato nel 1450 e sembra sia stato S. Bernardino da Siena, che ne propose la realizzazione, quando venne a predicare in Cittaducale.

 

 

Lorenzo Torresani

L'antico convento dell'Ordine Domenicano dei Predicatori di Rieti ospitò, fino al 1576, la Confraternita dei mercanti, intitolata a San Pietro Martire. Fra il 1326 ed il 1432, i confratelli ottennero il privilegio di erigere tre cappelle presso la chiesa di San Domenico e di edificare nelle adiacenze del convento un Oratorio che, fra il 1552 ed il 1554, fu mirabilmente affrescato dai pittori veronesi Bartolomeo e Lorenzo Torresani, attivi a Rieti ed in Sabina intorno alla metà del XVI secolo. Il primo incarico fu conferito ai due pittori da Bernardino di Lone che nel 1552, forse per adempiere ad un voto, si fece ritrarre inginocchiato, in veste di penitente, ai piedi dell'effigie di San Pietro Martire da Verona, santo protettore della Confraternita. L'affresco piacque ai confratelli, che decisero di commissionare ai Torresani un'opera più impegnativa e complessa. Il tema prescelto fu Il Giudizio Universale che si snoda lungo tre pareti dell'Oratorio, sviluppandosi fin sulla volta a crociera, dove è raffigurato il Cristo giudice, con gli strumenti della Passione.

Bartolomeo e Lorenzo Torresani dimostrano di conoscere ed imitare i grandi modelli del Beato Angelico, del Signorelli e di Michelangelo, riproponendo alcuni elementi che costituiscono riprese della Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto e della Cappella Sistina di Roma. Dimostrano invece grande originalità e competenza dottrinale rappresentando i santi più cari alla devozione locale mentre, al di sopra di una compatta cortina di nubi, s'impegnano a salvare le anime dei fedeli che si affidano alla loro protezione. E' particolarmente significativa la corrispondenza cronologica fra l'esecuzione dell'affresco (1554) ed il dibattito sulla salvezza delle anime, intrapreso al Concilio di Trento (1545-1563) per controbattere le tesi luterane che negavano il concetto di santità e la funzione di intercessione che i santi continuano ad avere nel Cattolicesimo. Nel 1574, le pitture realizzate venti anni prima dai fratelli Torresani rischiarono di essere distrutte, poiché il Visitatore Apostolico monsignor Pietro da Camaiano giudicò negativamente i nudi, che nell'interpretazione artistica rappresentavano lo stato delle anime. Ritenendo che queste immagini potessero turbare soprattutto i laici, non in grado di comprenderne il senso allegorico, i Padri Domenicani proposero allora alla Confraternita di San Pietro Martire di trasferirsi presso la vicina chiesa di San Matteo all'Isola.