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Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
BERNARDO ZENALE
1495-1499
Cortemaggiore, chiesa della Santissima Annunziata
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'immagine raffigura sant'Agostino e costituisce un particolare di una serie di affreschi che presentano i Dottori della Chiesa. L'opera appartiene a un ciclo pittorico a fresco eseguito tra il 1487 e il 1492 all'epoca della costruzione della chiesa della Santissima Annunziata annessa al Monastero Francescano di Cortemaggiore in Emilia-Romagna.
Il convento venne fondato tra il 1487 e il 1492 dai frati Francescani, che lo costruirono su progetto di Gilberto Manzi e per incarico di Rolando Pallavicino. Del complesso rimangono attualmente il chiostro e la chiesa della SS. Annunziata, che conserva una cappella con affreschi del Pordenone.
L’interno della chiesa rivela una pianta basilicale a tre navate separate da pilastri polistili e poderose colonne. Sul lato meridionale c'è una serie di cappelle intercomunicanti. L'ultima è la cappella Pallavicino, coperta da volte a crociera e abbellita con ottimi affreschi di buona qualità. La cappella consta di due campate con volte quadripartite, decorate in una prima fase da affreschi attribuibili a Bernardo Zenale, cui si aggiunsero quelli cinquecenteschi della parete sud di Pordenone. Agostino è raffigurato in vesti eremitane sotto il piviale episcopale. Appare seduto su una nube e concentrato nella lettura di un libro. L'immagine è circoscritta da una mandorla luminosa di cherubini che si staglia sullo sfondo di un cielo stellato. La datazione dell'affresco è collocabile tra il 1495 e il 1499 quando la chiesa venne consacrata.
Le due nicchie presentano i catini affrescati dal Pordenone e dalla sua bottega che rappresentano l'Ascensione e la Risurrezione di Cristo. Adiacente si trova la cappella della Concezione, decorata nel 1529 dal Pordenone che vi ha realizzato uno dei suoi migliori cicli affrescati: nella cupola dipinse Dio Creatore tra una schiera di angeli; all'altare realizzò una copia carraccesca forse seicentesca dell'Immacolata Concezione così come i dottori della Chiesa. Nelle lunette vennero affrescate dallo stesso autore sibille e profeti, e ai lati grandi figure di personaggi della Chiesa.
Bernardo Zenale
Nato a Treviglio verso il 1463, lavorò nel milanese e già dal 1481 lo troviamo iscritti nella gilda dei pittori. Nel 1485 firma la monumentale Pala di san Martino per la omonima chiesa di San Martino. Lavora quindi con Jacopino de Mottis alla Certosa di Pavia, e nel 1490 Ludovico il Moro gli fa decorare una sala del Castello Sforzesco di Milano. Assieme a Bernardino Butinone, Zenale affresca le Storie di Sant'Ambrogio in san Pietro in Gessate. All'approssimarsi del Cinquecento si affranca dallo stile espressionista di Butinone e nelle sue opere cominciano a evidenziarsi influssi dell'arte di Leonardo da Vinci. Si accosta anche allo stile di Bernardino Luini. Fra le opere di questo periodo va ricordata la Deposizione nella cappella del Santissimo Sacramento della chiesa di San Giovanni Evangelista (1509). Nel 1510 dipinge la pala con la Vergine e il Bambino tra i Santi Ambrogio e Gerolamo per la chiesa di San Francesco a Milano, che oggi si conserva al museo di Denver. A questo periodo risale anche la pala Lampugnani, oggi al Louvre. Nel 1522 subentra a Giovanni Antonio Amadeo come architetto della Veneranda fabbrica del Duomo. Giovan Paolo Lomazzo di lui ricorda la grande perizia negli scorci e nella prospettiva, e cita un suo trattato sull'argomento, oggi perso. Zenale muore a Milano nel 1526.