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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Duemila: Nieto RafaelPITTORI: Nieto Rafael
Agostino monaco e cardioforo protegge il borgo
NIETO RAFAEL
2004
Madrid
Agostino monaco e cardioforo
L'opera raffigura sant'Agostino ed è stata dipinta utilizzando colori acrilici su una tavola di legno delle dimensioni 250x50 cm.
La scena è stata realizzata secondo lo stile moderno dell'autore che ripropone per Agostino una simbologia iconografica che ha goduto di una buona fortuna in ambito agostiniano.
Come sovente ha eseguito in opere del genere, anche in questo caso il pittore ha dipinto il santo in abiti monacali, con la caratteristica tunica nera dei monaci agostiniani da cui pende la cintura.
Agostino con la mano destra tiene fermo ritto in piedi un grosso libro aperto, mentre impugna un cuore fiammante attraversato da una freccia. Lo sguardo di Agostino si rivolge con attenzione verso un paese. Il volto di Agostino, con la immancabile barba che gli copre il mento, ha un aspetto maturo ma ancora giovanile.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3