Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Novecento: Anonimo di DauphinPITTORI: Anonimo di Dauphin
Monica e un vescovo che benedice Agostino
ANONIMO DI DAUPHIN
1961
Dauphin Island, chiesa di Santa Monica
Monica e un vescovo che benedice Agostino
Questa bella rappresentazione di Monica si trova nella chiesa che sorge a Dauphin Island, un'isola nella baia di Mobile alla foce del fiume Alabama. la chiesa appartiene alla Diocesi di Mobile-Birmingham nello stato dell'Alabama. La figura di Monica si inserisce in un contesto molto più ampio che narra la vicissitudini di questa santa nel suo paziente percorso di educazione al cristianesimo condotto con amorevolezza nei confronti del figlio Agostino.
Monica ha un viso giovanile, la testa contornata da un'aureola e un elegante tunica azzurra che si addice cromaticamente allo sfondo azzurro che richiama il mare. E' in atteggiamento di preghiera con lo sguardo rivolto verso il cielo mentre Agostino, in ginocchio, riceve la benedizione di un vescovo. Nel grande mosaico si possono riconoscere anche gli episodi della fuga di Agostino da Cartagine e la morte di Monica. Sulla destra si può osservare il sacro cuore infiammato, uno dei più famosi e diffusi simboli agostiniani che sottolinea il grande amore del santo per la Trinità.
E un altro responso mi hai dato a quell'epoca, che ora torna alla memoria (molte cose tralascio nella fretta di arrivare a ciò che più mi preme confessarti, e molte altre non le ricordo). Un responso, dunque, dato attraverso un tuo sacerdote, un vescovo allevato nella chiesa ed esperto dei tuoi libri. Quando quella donna lo pregò - come era solita fare con tutte le persone che le parevano adatte allo scopo - perché si degnasse di parlare con me e di confutare i miei errori e di distogliermi dalle male dottrine per insegnarmi quelle giuste, quello rifiutò, e saggiamente, come capii più tardi. Rispose infatti che ero ancora sordo a ogni insegnamento, perché tutto gonfio della novità di quell'eresia, e con le mie sottigliezze avevo già messo in agitazione parecchi sprovveduti, come aveva saputo da lei.
"Ma," disse, "lascialo stare dov'è. Prega soltanto il Signore per lui. Troverà da solo, leggendo, che errore sia quello e quanto grande la sua empietà". Poi le raccontò come anche lui da ragazzino fosse stato affidato ai Manichei da sua madre, che ne era rimasta affascinata, e disse che non solo aveva letto quasi tutti i loro libri, ma se li era anche trascritti, e mentre lo faceva gli si era reso evidente, senza che nessuno discutesse con lui e cercasse di convincerlo, che bisognava fuggirla, quella setta.
E così aveva fatto. Ma lei nonostante queste parole non voleva rassegnarsi e insisteva, con implorazioni e lacrime sempre più abbondanti, perché mi vedesse e parlasse con me: e quello, che ormai non ne poteva più, concluse: "Lasciami in pace e continua a vivere così, non è possibile che il figlio di tante lacrime perisca".
Parole che ella, nelle nostre conversazioni, ricordava spesso di aver accolto come se fossero risuonate dal cielo.
AGOSTINO, Confessioni 3, 12, 21