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PITTORI: Maestro di Gelsenkirchen

Sant'Agostino in meditazione a Gelsenkirchen

Sant'Agostino in meditazione

 

 

MAESTRO DI GELSENKIRCHEN

XX secolo

Gelsenkirchen, piazza della Cattedrale

 

Sant'Agostino in meditazione

 

 

 

 

Nella graziosa cittadina di Gelsenkirchen situata sul corso del Rhein-Herne-Kanal, al centro della Ruhr, si trova da molti secoli un insediamento monastico agostiniano. La cittadina si insinua tra le periferie settentrionali di Essen e Bochum, fondendosi con esse. Gelsenkirchen è stato ed è ancora un grande centro minerario e industriale, che viene toccata dalla linea ferroviaria che collega Düsseldorf a Münster e Brema.

Nella piazza antistante la chiesa cattedrale è stata posta una grande statua che raffigura Agostino seduto in meditazione. Lo stile artistico è moderno e si inserisce armonicamente nella severa architettura gotica che si affaccia sulla piazza. L'artista ha voluto rendere con efficacia l'ansia e il desiderio di Agostino di ricercare e conoscere la verità: lo sguardo proteso verso l'oltre, la dinamica del corpo, la semplicità vigorosa degli spazi, tutto induce a creare una tensione emotiva forte che evoca lo spirito indomito e mai sazio di conoscere che ha contraddistinto Agostino.

 

Si tratta di una delle espressioni più simboliche ed emblematiche che ritroviamo nella iconografia agostiniana. Da solo, con altri santi, nel proprio studio o nei luoghi più disparati gli artisti si sono spesso cimentati nell'esprimere questa sua qualità di saper trasmettere attraverso la parola o lo scritto delle verità interpretative profonde.

 

La Lettera "De praesentia Dei", scritta da Agostino a Dardano in risposta a un quesito di quest'ultimo, è un vero e proprio trattato sul tema della presenza di Dio e dell'inabitazione dello Spirito Santo. Nell'opera Agostino espone con maestria una verità che ha due facce: l'aspetto naturale della presenza di Dio (cioè come e perché Egli è presente in tutti) e quello soprannaturale (cioè la presenza dello Spirito Santo ovvero della Trinità nell'uomo).

 

1. 1. Riconosco, carissimo fratello Dardano, per me più illustre a causa della carità di Cristo che non dell'alta dignità che hai in questo mondo, riconosco di rispondere alla tua lettera con più ritardo di quanto non avrei dovuto. Non chiedermi - ti prego - le cause di ciò, per non dovermi sopportare, mentre indugio a giustificarmi, più a malincuore di quanto non mi hai sopportato per il ritardo nel risponderti. Preferisco quindi che tu, anziché stare ad esaminare la fondatezza della mia difesa, perdoni senz'altro la mia offesa. Quali che ne siano stati i motivi, sta certo che da parte mia non c'è potuta essere la minima mancanza di stima nei tuoi riguardi. Al contrario, anzi, se ti avessi tenuto in poco o nessun conto, sarei stato assai sbrigativo nel risponderti. Ma nemmeno adesso, perché mi sono finalmente deciso a risponderti, sono riuscito per questo a comporre una buona volta almeno qualcosa degno d'esser letto da te e ch'io possa a buon diritto dedicarti; ma ho preferito inviarti subito una risposta quale che sia anziché lasciar passare ancora quest'estate senza soddisfare il mio debito. Non è valsa nemmeno la tua alta carica a incutermi soggezione e a ritardare la mia risposta, dal momento che è capace d'ispirare più simpatia la tua affabilità che non soggezione la tua dignità. Tuttavia, quanto più grande è il bene che ti voglio, tanto più mi è difficile trovare il modo di soddisfare l'ardente tuo desiderio della verità religiosa.

AGOSTINO, Lettera 187 Trattato sulla presenza di Dio