Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Immaginette > Cardioforo

Immaginette:  Sant'Agostino cardioforo

Sant'Agostino e l'estasi di Ostia

L'estasi di Ostia

 

 

IMMAGINETTA

Ottocento

Collezione Privata

 

Sant'Agostino vescovo e scrittore con in mano il cuore fiammante

 

 

 

L'immaginetta, un santino francese in pizzo di carta, propone una scena alquanto tradizionale nella iconografia agostiniana: il santo è vestito da vescovo, ma non porta la mitra. Con la mano destra impugna una penna d'oca con cui sembra intento a scrivere un libro appoggiato sulla scrivania: con la sinistra regge un invece un cuore fiammante.

Gli abiti sono particolarmente curati nelle stoffe. L'aspetto è giovanile e lo suo sguardo è rivolto verso l'alto, quasi fosse ispirato o cercasse l'ispirazione da Dio stesso, che gliela manda sotto forma di raggi che scendono da sinistra. L'immaginetta è alquanto curata e fu stampata su pizzo di carta in Francia nell'Ottocento. Ricchi e preziosi ricami costituiscono lo sfondo della scena da dove emerge con forza l'immagine del santo.

 

La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere. La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3