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PITTORI: José Navas Parejo

Sant'Agostino vescovo benedicente

Sant'Agostino vescovo benedicente

 

 

JOSE' NAVAS PAREJO

1914

Monachil, convento degli agostiniani Recolletti

 

Sant'Agostino vescovo benedicente

 

 

 

La statua che raffigura sant'Agostino vescovo in atto di benedire si trova nella parte superiore della facciata del convento agostiniano recolletto di Monachil nei pressi di Granada. Monachil sorge ai piedi del parco naturale della Sierra Nevada ed ospita dal 1912 un convento di Agostiniani Recolletti con annessa la Chiesa di Nostra Signora del Buon Consiglio. Molte delle statue che si trovano nella chiesa, fra cui anche una bella immagine di Santa Rita, sono opera di José Navas Pejos, uno scultore della scuola di Granada.

Nell'Ottocento l'edificio conventuale era adibito a fabbrica di filati di lana, ma nel 1912 fu acquistato dagli Agostiniani Recolletti che lo trasformarono in Seminario sia teologico che per il Noviziato. La costruzione della chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio fa avviata nel 1917 e conclusa nel 1918. La consacrazione fu effettuata dall'arcivescovo di Granada José Meseguer e Costa. Nel 1918 fu posizionata la pala d'altare di José Navas Coppia (Málaga 1883 - Granada 1953) in stile bizantino, con sculture in legno di più santi: vi si riconoscono san Tommaso de Villanueva, san Nicola da Tolentino, santa Rita, il Sacro Cuore di Gesù, san Giuseppe, l'Immacolata Concezione e la Madonna della Consolazione, patrona degli agostiniani recolletti. L'altare maggiore conserva una statua della Madonna Buon Consiglio, dipinta su legno, opera dell'autore sivigliano Virgilio Mattoni. L'immagine è una riproduzione di quella che si conserva a Genazzano.

La facciata della chiesa, con lesene e capitelli corinzi, presenta un rilievo raffigurante S. Agostino e sormontato da un campanile. All'interno la cappella maggiore è incorniciata da una volta a crociera.

 

L'immagine statuaria di Agostino riprende i canoni stilistici tipici della sua iconografia classica che lo vede nel ruolo di vescovo e Dottore della Chiesa. Qui il santo si erge imponente a dominare i fedeli che accedono all'edificio e li saluta con la mano sinistra alzata in atto benedicente. Ai suoi piedi sono aperti vari libri sovrapposti l'un l'altro: essi raffigurano la sua grande dottrina, i suoi scritti tesi a dare vigore alla fede cattolica. I libri aperti simbolizzano la diffusione del suo pensiero che non venne riservato a pochi, ma a tutti, come un libro aperto può essere accostato e letto da chiunque. La figura ieratica di Agostino è ingentilita e movimentata dall'ampio panneggio che accompagna la distensione delle sue braccia. Il suo viso, che reca in testa la mitra, ci propone un Agostino maturo, con una folta barba riccioluta che gli copre il volto fino al petto.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.