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I Santi Agostino e Severino ai piedi della Madonna con il Bambino
FILIPPO BIGIOLI
1848
Chiesa di sant'Agostino, san Severino Marche
I Santi Agostino e Severino ai piedi della Madonna con il Bambino
La complessa titolazione esprime pienamente la struttura dell'opera realizzata da Filippo Bigioli. Si tratta di un bozzetto per la realizzazione della Pala all'arcata d'ingresso della chiesa di sant'Agostino a San Severino Marche. Nella stesura definitiva della pala è stata aggiunta la figura di san Pacifico. Al centro della scena è seduta su un alto scranno la Vergine che regge in mano il Bambino. Ai suoi piedi a destra è inginocchiato san Severino che in atto di preghiera si rivolge alla Madonna mentre un angelo gli regge la mitra e il bastone pastorale.
A sinistra invece si erge in piedi Agostino in abiti vescovili: con la sinistra impugna il pastorale, mentre con la destra regge un libro aperto. Poggia il piede sinistro su altri libri aperti, mentre ai suoi piedi giace un giovane che rappresenta un eretico. E' chiara l'allusione ad Agostino quale malleus haereticorum per la sua imponente produzione letteraria che spesso si rivolge a rigettare l'errore delle eresie che percorrevano la Chiesa nel IV e V secolo.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)