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PITTORI: Henry Ely

Estasi di Ostia

Estasi di Ostia

 

 

HENRY ELY

1880

Pont-Croix, collegiata di Notre-Dame-de-Roscudon

 

Estasi di Ostia

 

 

 

La chiesa di Notre-Dame-de-Roscudon a Pont-Croix nel dipartimento del Finistère conserva numerose vetrate che datano dal XV secolo fino ai nostri giorni. Fra queste, a fine Ottocento, la famiglia di Auguste Yvenat, ex rettore di Saint-Jean-Trolimon, fece realizzare una vetrata con due scene sovrapposte che raffigurano due episodi della vita di Agostino: l'estasi di Ostia e il suo battesimo a Milano.

La famiglia di padre Yvenat, rettore della chiesa, aveva commissionato in quella occasione diverse vetrate che rappresentavano oltre ad Agostino e Monica anche i santi Bartolomeo, Alfredo, Ilario, Caterina e Ivo.

La terza di queste finestre rappresenta il battesimo di Sant'Agostino a Milano e l'estasi di Ostia. La scena relativa all'estasi di Ostia che porta la scritta Entretien de saint Augustin et de sainte Monique sur le Ciel, riprende la famosa e analoga descrizione che ne fece Ary Scheffer. Rispetto a quest'ultimo l'autore ha invertito simmetricamente la posizione dei due santi.

Alcune delle pagine più belle delle Confessioni sono dedicate da Agostino al commosso ricordo della madre Monica. In particolare, è rimasto famoso l'episodio della cosiddetta "estasi di Ostia", un'esperienza mistica che i due ebbero a Ostia Tiberina nel 387, a breve distanza dal battesimo di Agostino e pochi giorni prima dell'ultima malattia di Monica. Risalendo di contemplazione in contemplazione dalle cose create alla divina Sapienza creatrice, madre e figlio pregustano la gioia del paradiso. Nel viaggio di ritorno da Milano dopo il 387 Agostino e Monica soggiornarono a Ostia in attesa di potersi imbarcare per l'Africa. In questa città Monica trovò la morte, ma prima di morire Agostino ricorda un fatto curioso che li vide protagonisti: un'estasi platonica.

 

10.23. Incombeva il giorno in cui doveva uscire da questa vita - e tu lo conoscevi quel giorno, noi no. Accadde allora per una tua misteriosa intenzione, credo, che ci trovassimo soli io e lei, affacciati a una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là nei pressi di Ostia Tiberina, dove c'eravamo appartati lontano da ogni trambusto, per riposarci della fatica di un lungo viaggio e prepararci alla navigazione. Conversavamo dunque assai dolcemente noi due soli, e dimentichi del passato, protesi verso quello che ci era davanti ragionavamo fra noi, alla presenza della verità - vale a dire alla tua presenza. L'argomento era la vita eterna dei beati, la vita che occhio non vide e orecchio non udì, che non affiorò mai al cuore dell'uomo. Noi eravamo protesi con la bocca del cuore spalancata all'altissimo flusso della tua sorgente, la sorgente della vita che è in te, per esserne irrigati nel limite della nostra capacità, comunque riuscissimo a concepire una così enorme cosa.

- 24. E il nostro ragionamento ci portava a questa conclusione: che la gioia dei sensi e del corpo, per quanto vivida sia in tutto lo splendore della luce visibile, di fronte alla festa di quella vita non solo non reggesse il confronto, ma non paresse neppur degna d'esser menzionata. Allora in un impeto più appassionato ci sollevammo verso l'Essere stesso attraversando di grado in grado tutto il mondo dei corpi e il cielo stesso con le luci del sole e della luna e delle stelle sopra la terra. E ascendevamo ancora entro noi stessi ragionando e discorrendo e ammirando le tue opere, e arrivammo così alle nostre menti e passammo oltre, per raggiungere infine quel paese della ricchezza inesauribile dove in eterno tu pascoli Israele sui prati della verità. Là è vita la sapienza per cui sono fatte tutte le cose, quelle di ora, del passato e del futuro - la sapienza che pure non si fa, ma è: così come era e così sarà sempre. Anzi l'essere stato e l'essere venturo non sono in lei, ma solo l'essere, dato che è eterna: infatti essere stato ed essere venturo non sono eterni. Mentre così parliamo, assetati di lei, eccola... in un lampo del cuore, un barbaglio di lei. E già era tempo di sospirare e abbandonare lì le primizie dello spirito e far ritorno allo strepito della nostra bocca, dove la parola comincia e finisce. E cosa c'è di simile alla tua Parola, al Signore nostro, che perdura in se stessa senza diventare vecchia e rinnova ogni cosa?

- 25. "Se calasse il silenzio, in un uomo, sopra le insurrezioni della carne, silenzio sulle fantasticherie della terra e dell'acqua e dell'aria, silenzio dei sogni e delle rivelazioni della fantasia, di ogni linguaggio e di ogni segno, silenzio assoluto di ogni cosa che si produce per svanire" - così ragionavamo - "perché ad ascoltarle, tutte queste cose dicono: 'Non ci siamo fatte da sole, ma ci ha fatte chi permane in eterno'; se detto questo dunque drizzassero le orecchie verso il loro autore, e facessero silenzio, e lui stesso parlasse non più per bocca loro, ma per sé: e noi udissimo la sua parola senza l'aiuto di lingue di carne o di voci d'angelo o di tuono o d'enigma e di similitudine, no, ma lui stesso, lui che amiamo in tutte queste cose potessimo udire, senza di loro, come or ora con un pensiero proteso e furtivo noi abbiamo sfiorato la sapienza eterna immobile sopra ogni cosa: se questo contatto perdurasse e la vista fosse sgombrata di tutte le altre visioni di genere inferiore e questa sola rapisse e assorbisse e sprofondasse nell'intima beatitudine il suo spettatore, e tale fosse la vita eterna quale è stato quell'attimo di intelligenza per cui stavamo sospirando: non sarebbe finalmente questa la ventura racchiusa in quell'invito, entra nella gioia del tuo signore? E quando? Forse quando tutti risorgeremo, ma non tutti saremo mutati ?"

AGOSTINO, Confessioni, 9, 10, 23-25

 

La chiesa collegiata di Notre-Dame fu fondata dai Signori di Pont-Croix nel XIII secolo, e doveva avere il suo nucleo in una cappella più antica del castello. Notre-Dame de Roscudon ha conservato la sua originaria struttura nella sua lunga navata di sette campate. Le parti successive della chiesa furono costruite nel XV e XVI secolo in stile gotico fiammeggiante, compresa la torre, che servì da modello per le torri della Cattedrale di Quimper nel 1854. La chiesa di Notre-Dame è considerata una delle opere principali della scuola edile Pont-Croix, inclusa la cappella Languidou. Questo stile architettonico, probabilmente influenzato dall'arte inglese, apparve probabilmente in Languidou e in seguito si diffuse nei paesi di Bigouden e Cap-Sizun.

L'interno dell'edificio contiene splendide opere d'arte fra cui splendide vetrate.

Nella cappella del Rosario si trova una statua di san Giacomo, con in testa il cappello tradizionale del pellegrino, ornato con una conchiglia, e con in mano un libro. Di fronte, dall'altra parte dell'altare del Rosario, quello del Vangelo, c'è una statua di sant'Agostino, con in testa la mitra, il bastone pastorale nella mano destra, e un cuore fiammante nella mano sinistra. Sembra che voglia dire: "Signore, mi hai ferito il cuore con la freccia del tuo amore, e la mia interiorità sarà sempre trafitta dalle tue parole". Questa statua proviene dal convento delle Orsoline di Pont-Croix, oggi Petit-Séminaire.