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PITTORI: Benvenuto di Giovanni

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

BENVENUTO DI GIOVANNI

1476-1478

Lewisburg, Samek Art Gallery, Bucknell University

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

La tavola che raffigura sant'Agostino vescovo costituisce un elemento d'insieme. Alta cm 40 e larga cm 18,6 l'opera fu realizzata da Benvenuto di Giovanni, un pittore senese attivo nella seconda metà del Quattrocento, che si era formato nella bottega del Vecchietta. Portata a termine nel 1483, la tavola è conservata a Lewisburg alla Samek Art Gallery, della Bucknell University. In precedenza si trovava a New York nella Collezione S. H. Kress, dove era giunta dalla Collezione Contini Bonacossi di Firenze. Prima ancora faceva parte a della Collezione Chigi Albani della Rovere.

Agostino è qui raffigurato come vescovo: in testa porta la mitra circondata da un nimbo, mentre con la mano destra regge il bastone pastorale e con la sinistra appoggia al petto un libro aperto. Il viso è pensieroso, con lo sguardo rivolto verso il basso. Il santo ha ha folta barba bianca ed un'espressione segnata dal tempo.

Sotto l'abito episcopale si nota il nero saio dei monaci agostiniani, il che fa propendere per una committenza dell'Ordine che con questo genere di simbologia voleva rimarcare che Agostino era il vero fondatore dell'Ordine agostiniano.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

 

 

Benvenuto di Giovanni di Meo del Guasta

Scarne sono le notizie sulla vita e sulla formazione artistica di questo pittore senese nato nel 1436. Di certo fu apprendista nella bottega del Vecchietta, dove seppe sviluppare un stile originale che privilegiava l'eleganza figurativa. Nella maturità terrà in gran conto l'accuratezza nei particolari e la solennità compositiva. L'attività di Benvenuto di Giovanni iniziò a Siena verso il 1455, quando dipinse le Storie di S. Antonio da Padova nel battistero di S. Giovanni. Anni dopo compose le Annunciazioni per la chiesa di S. Gerolamo e per la chiesa dell'Osservanza. Dal 1480 in poi Benvenuto di Giovanni intensificò la sua attività di miniaturista. Morì a Siena nel 1518.