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PITTORI: Carlo Braccesco

Sant'Agostino vescovo con i Dottori della Chiesa

Sant'Agostino vescovo

 

 

CARLO BRACCESCO

1490-1500

Venezia, Ca' d'Oro, Collezione G. Franchetti

 

Sant'Agostino vescovo con i Dottori della Chiesa

 

 

 

 

Carlo Braccesco è un pittore di origini milanesi, noto in Liguria fra il 1478 e il 1501. Ciascuna tavola, delle dimensioni cm. 44 x 15, raffigura uno dei quattro Dottori della Chiesa, ed appartiene alla Collezione G. Franchetti, cat. 65. Da sinistra si osservano papa san Gregorio Magno con la tiara in testa, sant'Ambrogio con la frusta nella mano destra, sant'Agostino e san Gerolamo con i suoi attributi cardinalizi. Tutte le tavole sono provenienti da un polittico in parte disperso, forse identificabile con quello che risulta dalle fonti dipinto per la parrocchiale di Levanto. Le piccole tavole sono opera del maestro lombardo - "mediolanensis", come si firma nella Madonna e Santi del santuario di Montegrazie a Imperia - attivo soprattutto in Liguria.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

Carlo Braccesco

Nacque a Milano verso la metà del Quattrocento. Poco conosciamo della sua formazione. Di lui parlano le carte genovesi ed è lui a firmarsi Carolus Mediolanensis nel polittico del 1478 che si trova nel santuario di Montegrazie, sette chilometri sopra Porto Maurizio.

Si può ipotizzare che si sia formato nell'orizzonte culturale della cosidetta “Congiuntura Nord-Sud", una particolare commistione di elementi fiamminghi e mediterranei che nel Quattrocento si osserva in una vasta regione che va dalla Sicilia al Piemonte e alla Spagna.

Tra il 1481 e il 1482 si trovava a Genova per affrescare la facciata del palazzo San Giorgio. In quel periodo progetta i disegni per le vetrate della cappella di San Sebastiano nella cattedrale di San Lorenzo. Nel 1484 si occupa della sua affrescatura. Esegui poi una Maestà per la chiesa di Sant'Andrea a Levanto, di cui rimangono solo due frammenti con i santi Erasmo e Gerolamo e Gottardo e Pantaleo. Al 1495 risale il Polittico di Sant'Andrea, opera realizzata per la stessa chiesa. Nel 1497 dipinse le ante dell'organo della cattedrale genovese su commissione di Cristoforo della Torre e nel 1499 realizza la pala d'altare per la chiesa di Santa Brigida. L'origine del suo cognome e nome potrebbe essere collegato ai "bracceschi", le truppe al servizio di Fortebraccio da Montone. Dopo la sconfitta dell'Aquila i braccesci, al comando di Niccolò Piccinino, passano al servizio dei Visconti di Milano. Lo stesso nome Carlo può essere riferito al condottiero: lo stesso Malatesta Baglioni, genero di Braccio, darà al proprio figlio il nome di Carlo.

E' l'unico pittore lombardo che, sebbene espatriato, ebbe tanto peso da trasmettere la propria fama fino alla cultura del tardo Cinquecento milanese. E' anche l'unico pittore straniero che nella Liguria del Quattrocento riuscì a raccomandarsi durevolmente al ricordo degli scrittori locali fino al pieno Seicento. Questo pittore che dipingeva a lumi di finissimi ori il San Giorgio della Dogana e con fulgide trasparenze i vetri della cattedrale di San Lorenzo, è del resto l'autore del più grande, indimenticabile capolavoro creato a Genova nello scorcio finale del Quattrocento.