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PITTORI: Hans Clemer

Pietà tra i santi Agostino e Domenico

Pietà tra i santi Agostino e Domenico

 

 

CLEMER HANS

1504

Saluzzo, chiesa di sant'Agostino

 

Pietà tra i santi Agostino e Domenico

 

 

 

Nella chiesa di sant'Agostino a Saluzzo è stato recentemente compiuto un importante recupero di un frammento di affresco di Hans Clemer dell'inizio del Cinquecento che raffigura la Madonna in pietà fra i santi Agostino (a destra) e Domenico (a sinistra).

Questo affresco è stato staccato dalla lunetta soprastante l'antico portale della chiesa e costituisce una delle pitture sopravvissute della originaria struttura decorativa cinquecentesca. L'affresco è opera del pittore Hans Clemer, originario della diocesi di Cambrai. L'altra è una decorazione pittorica clemeriana della volta dell'abside che reca lo stemma del sole raggiante di Ludovico II.

Nell'affresco di Clemer  Agostino è stato raffigurato come vescovo con in mano il bastone pastorale. Un'aureola gli cinge il capo calvo, mentre una folta barba bianca gli copre il mento. Il viso visualizza l'aspetto di una persona matura, ormai anziana. Sotto il piviale il santo porta l'abito nero dei monaci agostiniani, un abituale e chiaro riferimento alla diffusa credenza nell'Ordine che egli ne fosse il Padre Fondatore.

Sulla lunetta dell'attuale portale d'ingresso della chiesa di sant'Agostino a Saluzzo è ora raffigurato il Battesimo che sant'Agostino ricevette dal vescovo Ambrogio. Il bel rilievo è stato scolpito da Antonio Brilla intorno al 1880.

La prima pietra per la costruzione di questa chiesa fu posta il 13 febbraio 1500, alla presenza del Marchese Ludovico II e della moglie Margherita di Foix. Il cantiere sorse nella parte bassa della città. Nell'annesso convento si insediarono gli agostiniani, che si sarebbero presi cura della chiesa che venne consacrata nell'anno 1504, anno della morte del marchese fondatore.

La chiesa fu officiata dagli Agostiniani sino 1802, quando venne sconsacrata e venduta.

Da una veduta della città di Saluzzo legata al "Theatrum Sabaudiae" del 1682 si può notare che la chiesa era piuttosto ampia e presentava tre navate. Inoltre era abbellita da un campanile che superava poco più d'un piano il tetto della chiesa. All'interno c'erano vari altari laterali mentre la facciata presentava affrescature. Nel corso della guerra di successione austriaca (1740-1748), il re Carlo Emanuele III di Savoia convertì la chiesa e il convento di S. Agostino in ospedale militare. Gli agostiniani fecero ritorno solo dopo la pace di Aquisgrana, conclusa nel 1748. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1798 fu tenuta aperta ancora per qualche tempo, finché nel 1802 venne chiusa definitivamente e venduta all'asta, con il convento ed i beni annessi.

La navata centrale e la parte confinante con il convento furono trasformate in fabbrica di salnitro e poi in stalla e fienile. Il campanile fu demolito e il convento trasformato in piccoli alloggi. Il cortile del chiostro venne diviso in tanti piccoli orti.

Dal 1879 al 1885 il vescovo Buglioni di Monale acquistò i fabbricati ed il terreno contiguo per poter riconsacrare la chiesa. Dell'antico edificio restava poco o nulla e dunque il vescovo incaricò l'ingegnere Melchiorre Pulciano di ricostruire la chiesa e l'annesso campanile. Nel 1882 l'interno, con volte a crociera, venne ridecorato secondo il gusto neogotico, nel contesto dei restauri diretti dall'ingegnere Melchiorre Pulciano. La nuova decorazione è opera di Gabriele Ferrero ed Enrico Gamba, artisti attivi presso l'Accademia Albertina di Torino. La chiesa fu riaperta al culto il 28 agosto 1882 e 10 anni dopo divenne sede parrocchiale. Dal 1892 la chiesa di Sant'Agostino è sede parrocchiale intitolata ai Santi Martino e Bernardo.

 

 

Hans Clemer

Sono piuttosto scarse le informazioni relative alla vita di questo "Maestro d'Elva". Le prime documentazioni di Hans Clemer risalgono al 1490 circa e riguardano il progetto di un'opera da esporre nella cappella dedicata a San Sebastiano per la chiesa di santa Maria delle Grazie a Revello. Un atto conservato a Aix-en-Provence, della fine del Quattrocento, parla di due pittori, Josse Lieferinxe e suo cugino "mestre" Ans, ingaggiati da un frate procuratore della confraternita di Sant'Antonio di Padova, presso il monastero di Aix, per la realizzazione di un dipinto raffigurante il santo. Hans compare anche in un secondo documento francese, datato 1508, dove una nobildonna commissionava un'opera all'artista Giovanni Clemer, detto Ans o Hans, residente a Saluzzo. Altri documenti che riguardano il Maestro d'Elva sono conservati negli atti di un notaio saluzzese. Questi documenti riguardano soprattutto la sua vita artistica e alcuni aspetti della sua vita privata. Nel 1509 risiedeva a Saluzzo, mentre due atti, redatti nel 1512, dopo la morte del pittore, riguardano la vedova Caterina Milaneti, che intendeva risposarsi. Oltre agli affreschi presenti nella Parrocchiale di Elva, altre opere sono state attribuite ad Hans Clemer e precisamente il pollitico della Parrocchiale di Celle Macra (1496), gli affreschi della Parrocchiale di Bernezzo (1496/1500), l'affresco della Madonna di San Michele a Centallo (1496-1500), la pala della Madonna della Misericordia di Casa Cavassa a Saluzzo (1499-1500) e l'affresco del Cristo di Pietà di Costigliole Saluzzo (1500-1505).