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PITTORI: Ercole de' Roberti

Madonna con Bambino in trono, sant'Agostino, sant'Apollonia, santa Caterina d'Alessandria e san Girolamo

Madonna con Bambino in trono, con i santi Agostino,

Apollonia, Caterina d'Alessandria e Girolamo

 

 

ERCOLE DE' ROBERTI

1470-1478

Berlino, Kaiser Friedrich Museum

 

Madonna con Bambino in trono, sant'Agostino, sant'Apollonia, santa Caterina d'Alessandria e san Girolamo

 

 

 

Questa grandiosa opera di Ercole de' Roberti è nota altresì con la tradizionale denominazione di Pala di San Lazzaro. Realizzata per la chiesa di san Lazzaro a Ferrara, la pala fu acquisita dal Kaiser Friedrich Museum di Berlino. Purtroppo non sopravvisse agli eventi bellici della seconda guerra mondiale e venne distrutta nel 1945. Di grandi dimensioni, questa tela, alta 309 cm e larga 234, raffigura la Madonna con il Bambino in trono, attorniata dai santi Agostino (piano inferiore a sinistra), Apollonia, Caterina d'Alessandria (al piano superiore del trono) e Girolamo (piano inferiore a destra).

L'opera riprende un tema già trattato dall'artista di cui è nota una rielaborazione oggi conservata a Milano nella Pinacoteca di Brera e che è databile al 1480.

La Vergine è qui assisa su un grandioso trono con in grembo il piccolo bambino Gesù. La Madonna è ritratta in atto di pregare. Ai suoi lati si ergono le figure di due sante, Apollonia e Caterina.

La storia del martirio di Apollonia, una santa egizia, ci è giunta tramite il racconto da Eusebio di Cesarea (265-340).

Ai piedi del trono si ergono due Dottori della Chiesa, Agostino, in vesti episcopali mentre legge un libro aperto, e Gerolamo con le insegne cardinalizie.

Ai loro piedi si aggirano due simboli evangelici: l'aquila di san Giovanni e il leone di san Marco ai quali spesso i due santi vengono associati.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità. Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti.

Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

 

 

Ercole de' Roberti

Questo pittore è conosciuto anche come Ercole da Ferrara, in quanto nacque in questa città verso il 1451-1456. Artista di buon livello del primo Rinascimento, fu un notevole rappresentante della cosiddetta scuola ferrarese, un gruppo di artisti attivo presso la famiglia degli Este. De' Roberti fu apprendista nella bottega di Francesco del Cossa e Cosmè Tura. Da giovane lavorò agli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara e nel riquadro del mese di settembre, che gli viene attribuito, le forme subiscono una stilizzazione geometrica e le figure assumono una tale dinamismo da rendere tutto antinaturalistico, ma di grande forza espressiva. Nel 1470-1472 si stabilì con Francesco del Cossa a Bologna, dove lavorò a importanti commissioni. Nel Polittico Griffoni (1472-1473) dipinse i santi sui pilastrini e la predella con Storie di san Vincenzo Ferrer (oggi alla Pinacoteca Vaticana). Tornato a Ferrara, nel 1479 aprì una bottega con il fratello Polidoro e con l'orafo Giovanni di Giuliano da Piacenza. Un capolavoro della sua attività artistica fu la Pala Portuense (1479-1481), che realizzò per la chiesa di Santa Maria in Porto nei pressi di Ravenna: in questa tela le tensioni espressionistiche sono confinate solo ad alcuni bassorilievi sul basamento del trono della Vergine. Morì a Ferrara nel 1496 e venne sepolto nella chiesa di San Domenico. Sua moglie Lucia de' Fanti viene citata ancora in un documento del 1514. Ebbe un figlio di nome Geronimo. La sua fortuna come artista incominciò dopo la sua morte quando il suo lavoro venne apprezzato da colleghi e critici d'arte.