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PITTORI: Masaccio

Tolle lege: la scena della conversione nel giardino di Milano

Tolle lege: la scena della conversione di Agostino nel giardino di Milano

 

 

TOMMASO DI SER GIOVANNI MONE GUIDI

1420-1427

Avignone, Musée du Petit Palais

 

Tolle lege: la scena della conversione nel giardino di Milano

 

 

 

Il dipinto costituisce uno comparto di predella dove viene narrata la conversione di sant'Agostino a Milano nella primavera del 386. Realizzata con la tecnica della tavola, l'opera misura cm 35 in altezza e 74 cm in larghezza. La tavola non ha una unica attribuzione: la critica pensa ad un anonimo fiorentino fiorentino quattrocentesco, mentre altri studiosi hanno proposto Tommaso di ser Giovanni di Mone Guidi pseudonimo Masaccio. La tavola è conservata ad Avignone al Musée du Petit Palais. In precedenza la stessa opera era stata segnalata a Roma nella Collezione G. P. Campana. La scena è distinta in due episodi: a destra Agostino, in ginocchio, davanti a una pianta, con un libro aperto ai suoi piedi, rivolge lo sguardo al cielo, dove appare su una nuvola Iddio Padre. A sinistra un gruppo di persone, davanti alle mura della città si guardano fra di loro: al centro potrebbe essere stata raffigurata santa Monica.

 

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Masaccio

Il suo vero nome era Tommaso di ser Giovanni di Simone Guidi. Con lui la pittura italiana applicò la prospettiva, generando in breve tempo l'arte rinascimentale. Nacque a San Giovanni Valdarno nel 1401: il suo nome di battesimo «Tommaso» venne abbreviato in «Maso»: «Masaccio» è una ulteriore deformazione accrescitiva o denigrativa. Nel 1406 morì il padre e poco dopo nacque il fratello Giovanni, a sua volta pittore e noto come lo «Scheggia». Nel 1417 Masaccio si trasferì a Firenze dove conosce Donatello e Brunelleschi. Artisticamente precoce, già a diciotto anni era considerato un maestro. La sua prima opera è probabilmente il polittico con la «Madonna col Bambino in trono tra due angeli» nella chiesa di San Giovenale a Cascia presso Reggello datato 1422. In quel periodo inizia la sua collaborazione con Masolino da Panicale, che ne aveva intravisto il grande talento. Lo stesso Masolino, artista tardo gotico, fu influenzato da Masaccio e cercò di applicare i precetti prospettici nella sua opera. I due pittori realizzarono insieme gli affreschi con le «storie di san Pietro» nella cappella Brancacci a Firenze, che sono il proclama della pittura rinascimentale. Masaccio vi lavorò dal 1425 fino alla morte, che sopraggiunse tra il 1427 e il 1428. La sua fu una vita molto breve ma eccezionale per il futuro dell'arte in Italia, perché fu il vero artefice della pittura rinascimentale. Seguendo la lezione di Giotto, così come gli insegnamenti di Brunelleschi e di Donatello, Masaccio in pochi anni diede forma agli elementi essenziali della pittura rinascimentale, che si sarebbe rivelata una della più grandi rivoluzioni artistiche mai avvenute.