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PITTORI: Jacopo di Arcangelo

San Girolamo penitente nel deserto, Sant'Agostino e il bambino in riva al mare, Tentazioni di sant'Antonio Abate

S. Girolamo penitente nel deserto, Agostino e il bambino in riva al mare, Tentazioni di S. Antonio Abate

 

 

JACOPO DI ARCANGELO o DEL SELLAIO

1470-1493

Stoccolma, Nationalmuseum

 

San Girolamo penitente nel deserto, Sant'Agostino e il bambino in riva al mare, Tentazioni di sant'Antonio Abate

 

 

 

Il dipinto conservato al Nationalmuseum di Stoccolma presenta almeno tre scene distinte, dove si possono individuare, da sinistra procedendo verso destra, Sant'Agostino e il bambino in riva al mare, un San Girolamo penitente nel deserto e infine le Tentazioni di sant'Antonio Abate. Realizzato con la tecnica della tavola l'opera misura in altezza cm 66.5 e in larghezza 91.5.

Nella scena di sinistra Agostino, vestito da vescovo, si sta inchinando per rivolgere la parola a un bambino seduto sulla riva del mare, che sta scavando una buca dove getta dell'acqua. Sullo sfondo, in uno scenario quattrocentesco, si vede svilupparsi all'orizzonte la cinta difensiva di una città turrita.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

Jacopo del Sellaio

Jacopo di Arcangelo soprannominato del Sellaio nacque a Firenze nel 1442. Il suo soprannome deriva dal mestiere del padre e suo figlio Arcangelo fu a sua volta un pittore. Jacopo viene ricordato da Vasari come allievo di Filippo Lippi. In ogni caso risentì anche dell'influenza dell'opera del Verrocchio, come appare in alcune sue opere come il Compianto sul Cristo morto, conservato a Rotterdam, o nell'Annunciazione che è datata 1472 (conservata a San Giovanni Valdarno, nella Basilica di Santa Maria delle Grazie). La sua cifra artistica dimostra ampiamente di aver assimilato gli influssi botticelliani e verso il 1483 collabora con Botticelli e Bartolomeo di Giovanni alla serie di Nastagio degli Onesti (il primo e il secondo episodio si trovano al museo del Prado a Madrid mentre il quarto episodio di trova a Firenze, presso la collezione Pucci). La frequentazione di Bartolomeo di Giovanni sposta la sua sensibilità nella successiva produzione verso la sensibilità del Ghirlandaio. Assai vicina al Botticelli, anche nei moduli compositivi, è comunque la serie delle Madonne adoranti il Bambino. Jacopo si impegnò parecchio anche nella decorazione di cassoni e opere similari. Morì a Firenze nel 1493.