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PITTORI: Cristoforo Solari detto il Gobbo

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

CRISTOFORO SOLARI detto il GOBBO

1495

Milano, Duomo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore

 

 

 

 

Si tratta di una delle rappresentazioni più antiche di sant'Agostino nel Duomo di Milano. La scultura appare nel tiburio della cattedrale sopra il pilone di nord-ovest n. 85 in uno dei quattro pennacchi dedicati ai Dottori della Chiesa. La sua realizzazione data forse al 1495: in quell'anno i Canonici Regolari di S. Maria della Passione erano posti sotto la protezione di S. Agostino ed erano vivamente interessati alle vicende di tipo iconografico legate al santo protettore del loro Ordine. Nel 1495 padre Eusebio, loro procuratore, lamentava che al busto di S. Agostino fosse stata destinata una veste da eremita e non l'abito vescovile: Augustini imaginem non suo, hoc est pontificali habito, sed heremitico effigiandum censuerunt.

Cristoforo apparteneva alla prolifica famiglia dei Solari di Carona: ricordiamo fra i tanti il celebre architetto Guiniforte Solari, ingegnere ducale negli anni di Francesco Sforza e Galeazzo Maria Sforza. Cristoforo ricevette i primi rudimenti dell'arte dal fratello Pietro Antonio. Tornato a Milano dopo un breve soggiorno veneziano in compagnia del fratello pittore Andrea che vi eseguì le statue dell'altare Dragan a S. Maria della Carità, oggi disperse, nel 1497 circa ricevette la commissione per la sua opera più celebre, il cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este, oggi collocato nel transetto sinistro della Certosa di Pavia ma commissionato per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6