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PITTORI: Giovanni Angelo d'Antonio

Madonna in trono con Bambino, San Girolamo, San Giovanni Battista, Sant'Agostino, San Venanzio e Melchiorre Bandini

Madonna in trono con Bambino, San Girolamo, San Giovanni Battista, Sant'Agostino, San Venanzio

e il donatore Melchiorre Bandini

 

 

GIOVANNI ANGELO D'ANTONIO

1473-1475

Camerino, Pinacoteca Civica

 

Madonna in trono con Bambino, San Girolamo, San Giovanni Battista, Sant'Agostino, San Venanzio e Melchiorre Bandini

 

 

 

Il dipinto è un affresco mutilo strappato, delle dimensioni 214x365 cm. che proviene dalla chiesa di Sant'Agostino di Camerino.

Nel passato è stato attribuito al cosiddetto Maestro dell'Annunciazione di Spermento che oggi viene identificato, dopo le recenti ricerche, con Giovanni Angelo d'Antonio, massimo rappresentante della pittura di Camerino.

L'affresco mostra la Madonna in trono con Bambino al centro di una scena piuttosto affollata: dalla sinistra si possono notare San Gerolamo, San Giovanni Battista e quindi, a destra della Vergine, seduta su un trono rinascimentale e adorata da due angeli, un Santo Vescovo, da identificare con sant'Agostino, San Venanzio, patrono della città che reca in mano il modello della città, e il donatore Melchiorre Bandini. Membro di una famiglia di origini senesi e Cancelliere dei Cavalieri di san Giovanni di Gerusalemme, Melchiorre Bandini commissionò nel 1473 a Giovanni Angelo d'Antonio l'affresco per la parete di fondo della sua cappella nella chiesa di sant'Agostino. Il pittore morì lo stesso anno e l'opera fu completata poco dopo. Di Melchiorre Bandini sappiamo che nel 1451 fu inviato dal papa sarzanese Nicolò V a Fabriano per la restituzione di un prestito di 4000 ducati a Guglielmina Varano Chiavelli. In tale occasione si dice che Melchiorre Bandini era di Camerino. Nell'affresco è stato dipinto con una veste nera, propria dei frati agostiniani. Alle estremità si possono individuare le mezze figure di san Francesco e di san Nicola da Tolentino.

Sulla cornice in alto si legge il motto LAUS DEO, proprio della famiglia Bandini. L'aspetto originario dell'affresco è conservato in una tela, che fu realizzata nell'Ottocento dagli eredi Bandini nel castello di Lanciano dove compaiono anche santa Monica, san Benedetto e il catino absidale con Dio Padre tra i santi Pietro e Paolo.

Che il santo vescovo sia proprio Agostino è estremamente probabile per vari motivi. Innanzitutto la chiesa di provenienza era dedicata proprio a sant'Agostino: inoltre il vescovo indossa sotto il piviale la tipica cocolla nera degli agostiniani. E' questo un particolare molto comune nella iconografia agostiniana voluto espressamente dalla committenza agostiniana per rimarcare la stretta dipendenza dell'Ordine dal santo Dottore della Chiesa, che aveva fondato monasteri in Africa e la cui regola era stata adottata dall'Ordine nel XIII secolo.

La chiesa di sant'Agostino venne soppressa nel 1810 e nel 1903 l'affresco venne rimosso.

 

 

Giovanni Angelo d'Antonio

Tra i tanti pittori di Camerino del XV secolo spiccano Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni, che alla metà del secolo stettero per alcuni anni nella Padova di Donatello e del giovane Mantegna. Con loro fu probabilmente Giovanni Angelo d'Antonio di Bolognola, un artista che a Firenze conobbe Giovanni e Piero de' Medici. Rientrando in centro Italia questi artisti furono tra i primi ad innovare radicalmente il gusto in senso rinascimentale. Il Maestro dell'Annunciazione di Spermento, il possibile Giovanni Angelo d'Antonio, inoltre ebbe un rapporto forte con Piero della Francesca: conquistato dalle sue geometrie poetiche e luminose, le adattò all'espressione di sentimenti più teneri e schietti, inscenando nelle sue pitture un teatro sacro insieme aspro e struggente, immerso in una luce cristallina che è quella che tuttora incanta nello scenario vastissimo, di valli e di monti, disteso ai piedi dei Sibillini. Talora si dimentica quanto fu isolata al fondo l'esperienza altissima di Piero: i pittori di Camerino furono tra i pochi che la compresero. Giovanni Angelo d'Antonio, appena tornato da Padova poco dopo il 1450, avviò una sequenza di capolavori dall'Annunciazione di Spermento, stagliata contro un'architettura quasi metafisica, miniera di dettagli incredibili, fino ad opere come l'affresco votivo in memoria di Melchiorre Bandini.

Un documento del 1452 ci parla di questo Magister Iohannes Antonii alias de lu Paczo de castro Bolognole: si tratta di una quietanza di pagamento di dieci ducati per aver eseguito una tavola per la pieve di S. Lorenzo di Castel San Venanzio.

Due opere firmate, nel 1463 a Tedico di Fiastra e nel 1473 a Monte San Martino e una serie di dipinti tra tavole e affreschi sono stati attribuiti a questo pittore.

Giovanni Angelo, figlio di Antonio detto il Pazzo, nacque verso il 1419 a Bolognola nei Monti Sibillini, nelle Marche. Giovanni Angelo di Antonio fu anche musicista nonché amico dei Medici e dei Varano.