Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Tucci Biagio di Antonio

PITTORI: Tucci Biagio di Antonio

Madonna con Bambino in trono tra san Giovanni Battista, sant'Agostino, san Domenico, san Girolamo e due beati

Madonna con Bambino in trono tra san Giovanni Battista,

ant'Agostino, san Domenico, san Girolamo e due beati

 

 

TUCCI BIAGIO DI ANTONIO

1490-1499

Allentown, Allentown Art Museum

 

Madonna con Bambino in trono tra san Giovanni Battista, sant'Agostino, san Domenico, san Girolamo e due beati

 

 

 

Il dipinto è attribuito, secondo l'attribuzione bibliografica, a Tucci Biagio di Antonio e raffigura la Madonna con il Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista, Agostino, Domenico, Girolamo e due beati. L'autore ha realizzato questa tavola con la tecnica dell'epoca. La tavola misura in altezza cm 109.2 e in larghezza 80.

Non si conosce l'anno esatto della sua realizzazione ma si ritiene che vada collocato nello scorcio finale del Quattrocento fra il 1490 e il 1499.

Attualmente l'opera è allocata negli Stati Uniti e precisamente all'Allentown Art Museum nella omonima cittadina della Pennsylvania. L'opera comunque ha visto diversi passaggi di mano: dal 1933 era conservato a Firenze presso i Contini Bonacossi, ma nel 1960 venne venduto alla Collezione S.H. Kress di New York, per poi approdare ad Allentown.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti.

 

 

 

Biagio d'Antonio Tucci

Nacque a Firenze nel 1466 e morì in questa città nel 1515. Per lungo tempo è rimasto un pittore praticamente sconosciuto, senza una propria personalità, in quanto veniva confuso con le figure di altri pittori faentini attivi a Firenze a cavallo tra il XV secolo e il XVI.

Alcuni storici lo hanno dapprima identificato con Andrea Utili, in seguito si fece il nome di Giovanni Battista Bertucci il Vecchio. Il suo stile pittorico rivela forti influenze di Verrocchio e di Domenico Ghirlandaio. Nel corso della sua vita soggiornò a Faenza dove dipinse molti quadri per le chiese più importanti del luogo, che ancora oggi si conservano in luogo. Il primo documento che registra Biagio a Faenza è del 28 giugno 1476: vi si testimonia che il pittore è detto "de Florencia populi Sancti Laurentii". A Faenza si trovava nuovamente nel 1483, quando i domenicani gli commissionarono la tavola per l'altar maggiore della chiesa di sant'Andrea, riconosciuta da alcuni critici nel trittico con Madonna e santi attualmente nella Pinacoteca comunale di Faenza. Nella chiesa di san Michele dipinse la Natività, oggi conservata al Museo dell'Oklahoma. A Faenza sono certamente suoi gli affreschi con il Beato Enea e il Beato Giacomo Filippo Bertoni, staccati dalla sacrestia della chiesa dei serviti e attualmente nella Pinacoteca diocesana nel palazzo vescovile. Nel 1481-1482 lavorò a Roma dove collaborò con Cosimo Rosselli nella realizzazione degli affreschi della Cappella Sistina: a Biagio in particolare alcuni critici d'arte attribuiscono la scena del Passaggio del Mar Rosso e alcune delle scene della Passione nell'Ultima Cena.

Altre sue opere sono costituite dalla predella Temperani a Cortona e dal quadro che raffigura la Madonna tra san Francesco e la Maddalena a San Casciano in Val di Pesa.