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Agostino dona la regola ai monaci
GIOVANNI BONATI
1675
Copenaghen, Statens Museum for Kunst
Agostino dona la regola ai monaci
Il disegno è stato realizzato con matita nera su carta blu in una cornice ad arco disegnata con matita nera. Il foglio presenta una cornice rettangolare bianca. La scena è strutturata su tre piani. In quello superiore si muovo volando diversi angioletti inneggiando a quanto sta accadendo ai piani inferiori. Nell'orizzonte mediano appare su una nuvola la figura imponente di Agostino vestito da vescovo, che con la mano destra sta consegnando un libro ad un monaco inginocchiato poco sotto.
Il santo porta in testa una elegante mitra con il piviale che si stende sulle spalle, mentre un angioletto dietro di lui regge il suo bastone pastorale. La mano sinistra e il braccio sono alzati nello sforzo di bilanciare la postura mentre dona la sua regola al monaco che si appresta a riceverla. Altri monaci, con lo sguardo attonito rivolto verso l'alto in direzione di Agostino, partecipano alla scena con i loro dinamici movimenti. Sotto i piedi del monaco in primo piano si sviluppa una breve scalinata con un libro distrattamente dimenticato su un gradino.
L'impostazione della scena è grandiosa con una forte enfasi sulla consegna della regola ai monaci, che la ricevono direttamente da Agostino, il cui significato è ribadire la loro diretta discendenza dal santo nella sua qualità di fondatore.
L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.
Giuseppe Bonati
Nasce nel 1635 e lo troviamo attivo a Roma e Ferrara. Pittore idel periodo barocco, è anche conosciuto come Giovannino del Pio o Giovanni Bonatti. Da giovane ha frequentato come allievo la bottega di Francesco Costanzo Cattaneo e Leonello Bononi. Grazie al patronato del cardinale Carlo Pio di Savoia, nel 1658 fu inviato a Bologna per migliorare la sua arte studiando con il Guercino. Nel 1662 si reca a Roma per lavorare nello studio di Pier Francesco Mola e dove tenta di creare una bottega per rivaleggiare con Carlo Maratta. Insieme ai suoi mecenati, Bonati viaggiò per l'Italia, toccando anche Venezia, e ritornò a Roma solo nel 1665. Nella città papalina lavorò in molte chiese, tra cui Santa Croce in Gerusalemme e Santa Maria in Vallicella. Nel Museo Capitolino sono conservati i suoi dipinti di Rinaldo e Armida, Sisera e Jael. Tra le sue opere ricordiamo anche un ritratta della regina Cristina di Svezia. Morì a Roma nel 1681.