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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Denys CalvaertPITTORI: Denys Calvaert
Sant'Agostino contempla la vera natura della Santissima Trinità in una visione
DENYS CALVAERT
1600-1619
Londra, Asta Christie's del 20 aprile 2005, numero 18
Sant'Agostino contempla la vera natura della Santissima Trinità in una visione
Questa scena a carattere strettamente religioso cristiano raffigura sant'Agostino sorretto da due angeli, che contempla la Trinità, che gli appare in uno splendore di luce sopra un mondo in mezzo alle nuvole.
Questa pittura delle dimensioni di 35 x 28 cm risente dello stile della corrente tardo-manierista fiamminga. Esperto nella composizione, molto preciso nella prospettiva e fluido nel disegno, riesce ad assicurare alle sue tele un colore denso e ricco e un'esecuzione accurata. Quantunque le sue raffigurazioni manieristiche abbiano caratteri di rigidità, la realizzazione lo pone ad un piano superiore rispetto a molti suoi contemporanei nella ricchezza cromatica. Pochi lo superarono nella sua capacità di didatta.
Agostino, dall'aspetto vegliardo, con una folta barba biancastra, volge lo sguardo intensamente verso la visione che gli appare nel cielo. E' vestito con la tunica nera dei monaci eremitani che seguono la sua regola e ha deposto sul prato il suo bastone pastorale. Lo sfondo della scena si allunga ad un orizzonte più lontano fa boschi e una marina che si perde fra cielo e terra.
Denijs Calvaert
Denijs Calvaert o Calvart, è noto in Italia col nome di Dionisio Fiammingo. Nacque ad Anversa verso il 1540 e dopo aver studiato con Christiaen van Queecborn pittura di paesaggio, si stabilì a Bologna, perfezionandosi nel nudo con Prospero Fontana tanto da abbandonare il suo stile fiammingo e adottare quello italiano.
Attorno al 1560 lo troviamo a Roma, dove collaborò con Lorenzo Sabbatini nelle decorazioni vaticane e studiò l'opera di Raffaello. Tornato a Bologna nel 1574, vi aprì una bottega che ebbe allievi prestigiosi come Guido Reni, Francesco Albani e il Domenichino.
Nonostante la sana rivalità artistica con l'Accademia dei Carracci, era talmente rispettato che alla sua morte lo stesso Ludovico Carracci curò l'allestimento dei suoi funerali nella chiesa dei Serviti e inoltre accolse nell'Accademia tutti i suoi allievi. Il San Michele che si trova nella chiesa bolognese di San Petronio è considerato il suo capolavoro; mentre tra le altre sue opere degne di nota sono la Flagellazione (Pinacoteca Nazionale di Bologna), replicata nella Galleria Borghese di Roma e le Nozze mistiche di santa Caterina al Museum der Bildenden Künste di Lipsia.