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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Camassei AndreaPITTORI: Camassei Andrea
Gesù dona l'anello a santa Maria Maddalena de' Pazzi in presenza dei santi Agostino e Caterina da Siena
CAMASSEI ANDREA
1637
Firenze, monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi
Gesù dona l'anello a santa Maria Maddalena de' Pazzi alla presenza dei santi Agostino e Caterina da Siena
Il quadro raffigura la scena in cui Gesù dona l'anello alla suora carmelitana Maddalena de' Pazzi. La santa è inginocchiata ai piedi di Cristo, mentre un'altra suora alle sue spalle ritta in piedi con in mano un crocefisso osserva la scena.
Sulla sinistra si affaccia la figura di Agostino in abiti episcopali. Il santo indossa un piviale rosso e regge con la mano destra il bastone pastorale che appoggia alla spalla. Con la mano sinistra appoggiata sul petto esprime la sua più profonda partecipazione all'evento che coinvolge Maddalena de' Pazzi, una suora che ha sempre avuto una grande devozione per il vescovo di Ippona.
Sotto il piviale è facilmente riconoscibile la veste nera dei monaci agostiniani. Il volto del santo ha un aspetto ancora giovanile arricchito da una folta barba.
Papa Clemente IX stabilì che le celebrazioni per la canonizzazione della santa dovessero svolgersi durante la settimana di Pasqua del 1669. A Firenze ebbero luogo grandi festeggiamenti con campane a festa e fuochi d'artificio. Lo stesso granduca e i magistrati resero omaggio al corpo incorrotto di Maria Maddalena conservato in una teca di vetro nella chiesa di Borgo Pinti.
Caterina de' Pazzi era nata nel 1566 da una famiglia importante del patriziato fiorentino ed aveva trascorso l'infanzia nell'agio e nella ricchezza. Nel 1582 entrò nel convento carmelitano di S. Maria degli Angeli, in Oltrarno, col nome di Maria Maddalena. Manifestò presto la sua predisposizione all'estasi che si rivelavano come «assorbimenti repentini, alienazioni totali dal mondo circostante, danze, corse, agitazioni convulsive o rigidità corporee; e soprattutto lunghissimi eloqui, svolti ad alta voce, con parole veloci o scandite, sommesse o urlate, ininterrotte o intercalate da silenzi contemplativi».
Le sue compagne suore incominciarono a registrare ed a raccogliere le parole che pronunciava in tali rapimenti spirituali. Queste testimonianze sono a tutt'oggi la principale fonte di conoscenza della vita e delle azioni della santa. Suor Maria Pacifica Del Tovaglia, legata a Maria Maddalena fin dall'infanzia,nel 1598 scrisse un "Breve ragguaglio della vita della Santa Madre", nelle cui pagine testimoniava quanto fosse presente in Caterina, fin da bambina, il desiderio di abbracciare la vita religiosa. Maria Maddalena ebbe a dire, a conferma degli scritti di suor Pacifica, che «insino da piccolina hebbi questo lume e sempre è cresciuto, ancor che mai non gli ho voluto dare orecchio». Dopo lunga malattia, Maria Maddalena morì nel 1607 e solo pochi anni dopo ebbe inizio il processo per la sua beatificazione, il che avvenne nel 1626 per opera di papa Urbano VIII.
Il suo confessore Vincenzo Puccini, a due anni dalla morte, pubblicò una "Vita di Maria Maddalena", il primo di una lunga serie di scritti sulla santa che nel corso di tutto il Seicento ebbero una grande diffusione.
La mistica scriveva lettere alle maggiori autorità del tempo, tra cui Maria de' Medici, futura sposa di Enrico IV di Francia, l'arcivescovo di Firenze Alessandro de' Medici, poi papa Leone XI, di cui predisse il pontificato, e papa Sisto V. Le sue lettere esprimono un appassionato desiderio di rinnovare la Chiesa «per amore e con amore» in piena coerenza con il nuovo spirito religioso che stava avanzando dopo il concilio di Trento, convocato nel 1545 per formulare delle risposte agli interrogativi dei riformatori e terminato nel 1563.
Camassei Andrea
Nasce a Bevagna nel 1602. Trasferitosi a Roma poco prima del 1626 sembra che egli fosse tra gli allievi del Domenichino. Nel 1628 lavorò a Castel Fusano con Andrea Sacchi sotto la guida di Pietro da Cortona. Ben presto entra nel novero dei pittori che lavoravano per il papa Urbano VIII, e acquisisce un ruolo di importante ricevendo commissioni dalle nobili famiglie romane, quali i Barberini, gli Altieri e i Caracciolo.
La maggior parte delle sue opere è andata persa: tra ciò che è rimasto possiamo ammirare le pitture della Caccia di Diana, la Strage di Niobidi (Galleria Nazionale in Roma), una natività (Galleria Pallavicini a Roma), una tela raffigurante l'Assunzione della Vergine chiesa di Santa Maria Assunta) e una Visitazione a Cave e infine alcuni affreschi nella chiesa di san Michele e santa Margherita a Bevagna. Si spense a Roma nel 1649.