Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Fantoni Andrea

PITTORI: Fantoni Andrea

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FANTONI ANDREA

1680

Alzano Lombardo, Basilica Minore di San Martino di Tours

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Andrea Fantoni realizzò questa statua per la chiesa di Alzano Lombardo verso il 1680. La figura di sant'Agostino è una scultura che appartiene ad un armadio della prima sagrestia. Realizzata in legno di noce si trova in buono stato di conservazione.

Sant'Agostino è qui raffigurato come vescovo: in testa porta la mitra mentre un ampio manto lo copre fino ai piedi. Il viso del santo non è coperto dalla barba. La figura ha una sua efficace dinamicità grazie alla torsione del corpo.

La Basilica di san Martino ad Alzano Lombardo conserva tre preziose sacrestie seicentesche, costruite ciascuna come locali di preparazione del clero alle funzioni ecclesiali, di preghiera e di riunione. Vi si trovano alcuni stupendi capolavori di ebanisteria, frutto della maestria di intarsiatori e di intagliatori bergamaschi, appartenenti alle famiglie dei Fantoni di Rovetta e dei Caniana di Romano Lombardo.

La prima sacrestia è arredata con ricchi mobili in legno di noce che imitano la facciata di una chiesa. Sono sei armadi incassati all'interno di nicchie architettoniche. Quattro di questi armadi sono angolari ad anta semplice, mentre i due centrali presentano un'anta doppia e furono eseguiti tra il 1679 e il 1680 dalla bottega di Grazioso Fantoni il Vecchio, di Rovetta.

Sugli armadi centrali contrapposti sono collocate due statue lignee che raffigurano san Martino e san Pietro. Sull'armadio a sinistra, al centro, si trova il gruppo scultoreo di san Martino in gloria portato in cielo da un turbinio d'angeli. Accanto a lui c'è l'Arcangelo Michele che scaccia i diavoli dal Paradiso e la raffigurazione allegorica della Verità vittoriosa sulle Eresie del mondo. La cimasa dell'armadio destro raffigura san Pietro Martire in gloria, affiancato dalla rappresentazione dello Spirito Santo vincitore sui peccati e la bella scultura della Morte trionfatrice sui poteri del mondo. I quattro armadi ad anta semplice hanno una struttura architettonica composta da due colonne tortili che reggono un alto fastigio, lavorato ad intaglio, sormontato da un timpano spezzato; ciascuno è poi coronato dalle statue dei quattro Padri della Chiesa: sant'Ambrogio, san Gregorio Magno, sant'Agostino e san Gerolamo.

Alcuni graziosi angioletti sono adagiati sui lati obliqui del timpano e mostrano i simboli che identificano il santo cui sono accompagnati. L'angelo accanto a san Gerolamo tiene in mano il sasso con cui il santo si percuoteva durante il suo ritiro nel deserto. La scritta trovata sul dorso di sant'Ambrogio durante un restauro che riporta "A. F. S. R." con la data 1680 ci ricorda che l'autore fu "Andrea Fantoni Scultore di Rovetta". Aveva appena vent'anni ed era alle dipendenze del padre Grazioso.

La basilica di san Martino all'esterno si presenta come una bella costruzione del Seicento con una facciata imponente e decorosa. Tale magnificenza fu possibile grazie agli introiti di un legato di 70.000 scudi del ricco mercante locale Nicolò Valle che volle fossero destinati al rifacimento monumentale della preesistente chiesa quattrocentesca. Al suo interna merita una visita il pulpito settecentesco che domina al centro della navata principale, il cui progetto va attribuito a Giovan Battista Caniana, mentre le sculture sono di Andrea Fantoni e gli intarsi di Gian Giacomo Manni.

L'icnografia della basilica presenta otto cappelle laterali dedicate a uno o più santi di ampia venerazione popolare. La Cappella del Rosario è stata arricchita da uno splendido paliotto d'altare con la Natività della Vergine, opera di Andrea Fantoni. Alle pareti si ammira uno splendido ciclo pittorico a soggetto biblico composto da tele di enormi dimensioni (la cappella è alta ventisei metri) fra cui Giacobbe che incontra Lia e Rachele di Andrea Appiani e una commovente Agar del pittore Piccio.

 

Andrea Fantoni

Andrea Fantoni (1659-1734) proviene da una famiglia di artisti, che lavorarono in una bottega rinomata nel nord Italia. Andrea Fantoni è l'esponente più rinomato, dotato di un'ottima educazione artistica. Cresciuto alla scuola di Pietro Ramus di Mù, si recò, da giovane, a Parma dove lavorò a Palazzo Ducale. Tornato in paese, riuscì a portare la sua bottega ad altissimi livelli di prestigio. Alla sua morte, avvenuta nel 1734, lasciò la gestione della bottega ai fratelli ed al nipote Grazioso Fantoni. La principale committenza di questi grandi intarsiatori furono le chiese bergamasche, della valle Seriana e della valle Camonica.

A Bergamo si trovano sue opere nella Basilica di Santa Maria Maggiore (un confessionale), nel Duomo di Sant'Alessandro (i pannelli marmorei raffiguranti la i sette dolori della Madonna) e nel museo diocesano di Arte Sacra e nella chiesa di Sant'Alessandro della Croce (altare in marmo intarsiato).

Ad Alzano Lombardo, nella Basilica di San Martino, realizzò il pulpito in marmi policromi e le tre sagrestie con statue barocche, stucchi e bassorilievi raffiguranti scene religiose ed intarsi lignei. A Rovetta, suo paese natale, nella chiesa parrocchiale di Tutti i Santi, realizzò l'altare maggiore in marmo con tabernacolo, due angeli adoranti, un bassorilievo (l'Annunciazione), un altorilievo (la nascita di Maria) e numerose altre opere lignee. Nella chiesa dei Disciplini si conserva un gruppo di statue di grandezza naturale raffiguranti il Cristo ed altre tradizionali figure. A Clusone nella Basilica di Santa Maria Assunta suo è l'altare maggiore, sue le cinque statue del coro, gli intagli policromi e le cariatidi del pulpito realizzate in marmo. A Cerete, nella Chiesa di San Vincenzo martire è conservato il Cristo Grande e a Cerete Alto produsse il progetto architettonico la nuova Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e il relativo altare maggiore. Nel suo paese d'origine, è visitabile il museo Fantoni, dove si possono vedere i locali in cui visse, con migliaia di disegni, numerose opere in svariati materiali (legno, marmo, terracotta, gesso), oltre a documenti che attestano le attività della bottega e gli attrezzi utilizzati. Interessanti sono pure le opere che lasciò in valle Camonica, a Cerveno e Zone e in Valcalepio nel paese di Chiuduno.