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PITTORI: Jullieron Antonium

La scena del tolle lege

La scena del tolle lege

 

 

JULLIERON ANTONIUM

1660

Lione, Confessioni ed. Jullieron

 

La scena del tolle lege

 

 

 

Questa incisione raffigura il celebre episodio del tolle lege, che esprime simbolicamente il momento decisivo della conversione di Agostino al cristianesimo. E' Agostino stesso a narrarlo in un passo delle Confessioni. L'incisore ha raffigurato Agostino in ginocchio con una tunica, quasi fosse già un monaco, con il viso giovanile e una modesta barba che gli abbellisce il mento. Dietro e davanti a lui si possono distinguere la pianta di fico, un giardino ed una fontana che non manca mai in un giardino signorile. Dall'alto a destra scendono dei raggi che copiscono Agostino in preghiera con le braccia raccolte sul petto.

Questi raggi portano con sé la scritta Tolle lege Tolle lege, che costituisce l'invito per Agostino a leggere un brano di una lettera di san paolo che lo convincerà definitivamente al gran passo, fino ad allora rimandato. Il soggetto qui raffigurato fu ripreso in una edizione successiva del 1715 pubblicata a Venezia dall'editore Pezzana.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

La stampa compare nella pagina iniziale di una edizione seicentesca della Confessioni pubblicata a Lione dal titolo Diui Aurelii Augustini Episcopi Hippon. Confessionum, Libri XIII, Confessionum ad 3. M. SS. Exemp. Emendati. Opera ac studio R. P. H. Sommalii è Societate Iesu.Lugduni, apud Antonium Julleron Typophum Cleri 1660.

L'opera, di piccolo formato (56 x 108 mm), è composta da 422 con un notevole indice dei nomi.

Antoine Jullieron, fu stampatore esclusivo del re di Francia e suo libraio ordinario. La sua stamperia aveva sede a Lione dove era lo stampatore reale e del clero della città.