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PITTORI: Giovan Battista Michelini

San Nicola da Tolentino ammalato ha la visione della Vergine, il Bambino e i santi Agostino e Monica

San Nicola ha la visione della Vergine

 

 

GIOVAN BATTISTA MICHELINI

1604-1655

Gubbio, Chiesa di sant'Agostino, cappella di san Nicola da Tolentino

 

San Nicola da Tolentino ammalato ha la visione della Vergine, il Bambino e i santi Agostino e Monica

 

 

 

 

Gravemente ammalato, san Nicola da Tolentino sognò la Vergine con il Bambino accompagnati da sant'Agostino e da santa Monica. La Vergine lo esorta a mangiare un po' di pane intinto nell'acqua al fine di ottenere la guarigione. Destatosi manda allora un fratello laico a prendere un a forma di pane fresco e, invocata l'intercessione di Maria prima di assaporarlo, potette subito tornare alle consuete occupazioni. La scena appartiene a un ciclo in 12 scene della vita di San Nicola che si trova sull'intradosso dell'arco che delimita l'altare del santo nella chiesa di S. Agostino a Gubbio.

Questa scena fu donata da Beatrice Marini. La devozione a san Nicola a Gubbio risale al 1371, durante il priorato di fra Giovanni Butii de Clausera, quando fu accertato un miracolo che portò alla guarigione di un ragazzo Blascio de marinus antonii malato di epilessia come attestato dalla testimonianza di Marinus Antonii e di donna Giovanna sua moglie, del quartiere di San Pietro. I due eugubini raccontano che, essendo il loro unico figlio Blascio affetto da epilessia, essi avevano fatto un voto al Beato Nicola da Tolentino che qualora Blascio fosse guarito lo avrebbero offerto al beato stesso. Durante il sonno Nicola era apparso a Blascio rassicurandolo che l'avrebbe liberato dalla sua infermità a patto che egli si fosse fatto frate agostiniano. I genitori allora lo avevano offerto a Dio, alla Madonna, al Beato Nicola e agli agostiniani, consegnandolo al priore della chiesa di Sant'Agostino di Gubbio. Cinque giorni dopo Blascio aveva vestito l'abito agostiniano con il nome di frate Nicola. L'altare a san Nicola è documentato già dal 1530, al 1645 risale un altro miracolo testimoniato da Tisbina Triangoli. Dal 1704 san Nicola è stato dichiarato comprotettore di Gubbio.

 

 

Giovanni Battista Michelini

Giovanni Battista Michelini (detto anche il Folignate) (1604-1655) è stato un pittore italiano del periodo barocco, attivo principalmente a Foligno e a Roma. Era nato a Foligno, e divenne allievo di Guido Reni. Dipinse soprattutto soggetti religiosi e mitologici.

 

La leggenda della vita di san Nicola rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino.

Fece la sua professione religiosa (voti solenni) a meno di diciannove anni. Nel 1269 fu ordinato sacerdote. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant'Agostino di Tolentino rimase fino alla sua morte nel 1305.

Celebri sin dal Medioevo sono i cosiddetti "panini miracolosi" di san Nicola, che servirono anche per la raccolta di farina da parte dei fedeli che si recavano al santuario e che dettero nome anche alla compagnia cerretana degli "affarinati", citata anche dal vescovo urbinate Teseo Pini nel suo Speculum Cerretanorum. Viene ricordato il 10 settembre.

La sua tomba, a Tolentino, è conservata con venerazione dai fedeli.

Il celebre santo marchigiano ha una propria amplissima iconografia, che ne trattano la vita e i miracoli. A Tolentino sorge la più bella e grande Basilica in suo onore. In diverse rappresentazioni Nicola viene raffigurato assieme ad Agostino, di cui fervente seguace sin dalla gioventù, quando indossò la tonaca nera degli agostiniani nel Trecento. Fu un asceta rigidissimo con se stesso e dolce e comprensivo con i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Grande confessore, fu pieno di umana compassione per ogni tipo di miseria. L'incondizionata obbedienza, il distacco completo dai beni terreni, l'umiltà e la modestia furono costanti della sua vita.

Intorno a lui c'è sempre un'aura di prodigio, che comincia dalla nascita, avvenuta quando i genitori parevano destinati a non avere figli. Nel processo per la canonizzazione, aperto vent'anni dopo la sua morte, 371 testimoni verranno a parlare dei suoi moltissimi miracoli. Sappiamo inoltre che Nicola è anche un maestro di rigore ascetico, cioè di severità con sé stesso. Un insieme di elementi certo eccezionali, ma piuttosto staccati dal vivere comune della gente, incapace di miracoli e non ghiottissima di penitenza. Invece Nicola - a dispetto delle controindicazioni - è un santo sempre popolarissimo proprio tra la gente comune, di secolo in secolo: è l'amico dei giorni feriali, che viene in casa portando la festa.