Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Maestro di Morelia

PITTORI: Maestro di Morelia

Agostino incontra gli eremiti di Monte Pisano

Agostino incontra gli eremiti di Monte Pisano

 

 

MAESTRO DI MORELIA

1670-1680

Morelia, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino incontra gli eremiti di Monte Pisano

 

 

 

La scena è una parte di un quadro più ampio che riproduce integralmente una stampa pubblicata a Parigi da Schelte da Bolswert nel 1624, che godette, assieme alle altre stampe della serie, di una fortuna incredibile. Queste stampe, che narravano la vita di Agostino, furono riprese e copiate in numerosi conventi e chiese.

 

L'episodio relativo al passaggio di Agostino dal monte Pisano descrive leggende medioevali riprese principalmente dai testi di Giordano di Sassonia, nella sua Vita Sancti Augustini (ms. di Parigi, Arsenale, 251), e da Enrico di Friemar nel suo De origine et progressu Ordinis fratrum heremitarum. Si tramanda infatti che sant'Agostino abbia soggiornato presso questo eremo e presso quello di Rupecava per un lungo periodo, ed ammirato per lo spirito di queste comunità, le abbia prese come riferimento nello scrivere la regola per gli eremiti del suo ordine. Il Monte Pisano, noto anche con la forma plurale Monti Pisani (da non confondere con la denominazione omonima delle Colline pisane), è un sistema montuoso di modeste dimensioni, situato nella parte centro-nord della Toscana, e separa Pisa e Lucca. L'eremo o romitorio di Costa d'Acqua è uno dei più antichi eremi dei Monti Pisani ed è situato nei pressi di Calci. L'eremo fu prima dei Camaldolesi, poi degli Agostiniani di Pisa; è di piccole dimensioni, in stile romanico pisano, e presenta una sola navata, non ha abside. Nel 1287 l'eremo passa agli Agostiniani del Romitorio di Agnano. Con un atto del 6 giugno, stipulato nel portico della chiesa di San Bernardo alla presenza di alcuni frati della Congregazione dei Camaldolesi, frate Salvi del Romitorio di Agnano costituisce Procuratori Generali dell'eremo fra' Giovanni di Cipriano, fra' Tommeo e fra' Michele. Un documento del 1601 riporta che nella prima metà del 1100, San Guglielmo di Malavalle giunse all'eremo dopo aver vissuto presso l'Eremo di Santa Maria ad Martyres. San Guglielmo dimorò per diversi anni in una spelonca che si era costruito sul Monte Pruno, in penitenza e santità suscitando nei suoi compagni e discepoli grande ammirazione e devozione. Il borgo medievale di Cerasomma, deve probabilmente il nome alla cella dell'eremita Rustico ("Cella Somma" cella in alto, evolutosi in seguito in Cerasomma), ubicata presso l'antico romitorio agostiniano di S. Maria ad Martyres, chiamato anche "Lupocavo" o "Rupe Cava" nel quale secondo una leggenda locale avrebbero soggiornato S. Agostino e S. Guglielmo d'Aquitania.

 

L'edificio conventuale agostiniano di Morelia risale al XVI secolo ed è oggi adibito a Museo. Sebbene sia assai ricca di dipinti, reliquie, ornamenti e santi, la struttura mantiene una sobrietà elegante nelle sue forme. Si pensa che l'intero complesso monastico sia il secondo edificio più antico di Morelia. Il convento rivela anche una influenza stilistica di tipo gotico. La chiesa, il convento e la struttura della piazza da mercato di Antojitos sono tipiche della concezione urbanistica coloniale, anche se sono stati costruiti in tempi diversi.

I primi agostiniani a mettere piede nelle terre di Michoacan furono Fray Juan de San Román e Fray Diego de Chavez e Alvarado, che si stabilirono per la prima volta a Tiripetío, dove costruirono il convento, la chiesa e l'ospedale. Gli agostiniani vennero espulsi dal loro monastero nel 1863 ma solo tre anni dopo l'imperatore Massimiliano permise loro di ritornarvi.

Tuttavia quando le forze politiche liberali tornarono al potere, i monaci vennero nuovamente espulsi. Da allora la chiesa e il convento ebbero destini diversi. La piazza di sant'Agostino, il cui nome originario era Plaza Ignacio Comonfort, fu realizzata sull'area di un preesistente cimitero.

In questo luogo viene venerata la Vergine di Socorro, una immagine che venne donata ai monaci agostiniani da San Tommaso de Villanueva, arcivescovo di Valencia, prima della sua morte avvenuta nel 1565. Uno dei luoghi meglio conservati di questa chiesa è una cappella laterale, posta accanto alla sacrestia, la cui volta e le cui pareti sono coperte da dipinti di illustri personaggi del tempo della Nuova Spagna realizzati dal pittore Javier Tapia. La sacrestia è stata decorata durante il Priorato di Fray Cristobal Plancarte tra il 1676 e il 1682.