Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Procaccini Camillo

PITTORI: Procaccini Camillo

Madonna in trono con i santi Caterina, Lucia, Ambrogio e Agostino di Camillo Procaccini

Agostino, Madonna e santi

 

 

PROCACCINI CAMILLO

1594

Civello di Villaguardia, chiesa dei santi Cosma e Damiano

 

Madonna in trono con i santi Caterina, Lucia, Ambrogio e Agostino

 

 

 

 

Questa grande pala d'altare è pervenuta alla chiesa parrocchiale di Civello dopo la soppressione nel 1784 della chiesa di san Lorenzo a Como, annessa al convento delle monache benedettine. Al centro del quadro è seduta la Vergine con in braccio Gesù Bambino e ai suoi lati, in piedi, stanno i vescovi Agostino, Ambrogio. In basso inginocchiate assistono alla scena con devozione e compunzione le sante Caterina d'Alessandria e Lucia.

Caterina si riconosce per l'angioletto che regge un frammento della ruota dentata dove fu martirizzata, mentre Lucia è stata raffigurata con il petto trafitto da un pugnale, in conformità ad una consuetudine iconografica del nord Europa.

 

Camillo Procaccini

Nato a Bologna, Camillo Procaccini  (1560-1629) riceve la prima educazione dal padre Ercole Procaccini il Vecchio a contatto con la pittura della tarda Controriforma emiliana. Le sue prime opere sono eseguite a Bologna, poi segue il conte milanese Pirro Visconti Borromeo prima a Roma e poi a Milano. Lavora a Lainate, a Somma Lombardo, a Bellinzona, a Piacenza. Continuerà a lavorare con intensità fino alla morte. L'opera a fianco proviene da una cappella della chiesa delle monache benedettine di san Lorenzo a Como. Questa chiesa fu consacrata dal vescovo Ninguarda nel 1594 ed è a questa data che va probabilmente riferita l'esecuzione dell'opera.

Procaccini fu un artista di incisiva e rilevante importanza per Milano, la Lombardia e, in particolare, per l'Insubria e, ovviamente, per il Ticino che dell'area insubrica è componente essenziale e imprescindibile. Le sue capacità, al di sopra della norma, gli valsero il soprannome di "Vasari della Lombardia".

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)