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PITTORI: Luigi Reali

Santa Monica, particolare del quadro di Luigi Reali

Santa Monica, particolare del quadro di Luigi Reali

 

 

LUIGI REALI

1660

Pasturo, chiesa della Madonna della Cintura

 

santa Monica

 

 

 

 

La tela si conserva a Pasturo nella chiesa della Madonna della Cintura, un tempo dedicata a san Giacomo apostolo. L'opera fu dipinta da Luigi Reali e raffigura la Madonna Immacolata che viene venerata dai santi Carlo Borromeo, Antonio da Padova, Agnese e Monica. Fra le immagini dei santi il pittore ha delineato la pianta di Pasturo nel 1660.

La tela fu posta il loco il 19 luglio 1660 proprio sull'altare di una cappella appena rifatta dopo che l'intera chiesa era stata messa a nuovo. A questo altare fu affidato un legato di Eugenia Ticozzi di Pasturo, che con testamento del 4 febbraio 1746 ordinò una messa in canto nella ricorrenza del 4 novembre.  

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonchè la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella polemica pelagiana sia Agostino che i suoi oppositori sembrano, a proposito di Maria, influenzati dalla pietà popolare. Nel De natura e gratia Agostino riferisce, ad esempio, un'espressione di Giuliano di Eclano († 454) che lui stesso condivide: «la pietà impone di riconoscere Maria senza peccato». Sappiamo che l'opinione di Agostino circa l'Immacolata Concezione, tuttavia, è negativa a causa del principio dell'assoluta necessità della redenzione per tutti gli uomini. Nella posizione agostiniana, negativa per motivi teologici circa l'Immacolata Concezione ma rispettosa della pietà popolare, si intravede un contrasto fra dottrina dei colti e intuito del popolo che si risolverà con la vittoria di quest'ultimo.

 

L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854 da Papa Pio IX. La storia della devozione per Maria Immacolata ha tuttavia una lunga storia che parte dalle origini della Chiesa stessa. La proclamazione del dogma che come sempre non ha introdotto una novità, ha semplicemente coronato una lunghissima tradizione. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, avevano espresso concezioni e dottrine che la ponevano al di sopra del peccato originale. L'avevano chiamata: "Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non-avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ". In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si sarebbe potuta più dire universale.

Agostino, pur volendo mantenere Maria lontana quando si tratta di peccato, non può ammettere alcuna salvezza al di fuori di Cristo. Riconduce, pertanto, Maria all'alveo della condizione umana inficiata dalla colpa originale e bisognosa di redenzione affermando che ella sarebbe stata concepita nel peccato per esserne poi subito liberata. Indubbiamente il riferimento alla redenzione è il tema centrale con cui dovrà confrontarsi, d'ora in avanti, la verità dell'Immacolata Concezione.