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PITTORI: Guido Reni

I Padri della Chiesa discutono il Dogma dell'Immacolata Concezione

I Padri della Chiesa discutono il Dogma dell'Immacolata Concezione

 

 

GUIDO RENI

1625

San Pietroburgo, Museo Hermitage

 

I Padri della Chiesa discutono il Dogma dell'Immacolata Concezione

 

 

 

L'opera, presente al Museo Hermitage di San Pietroburgo, viene attribuita a Guido Reni, pittore e incisore italiano, che dal 1614 divenne direttore della Accademia di Bologna. I suoi lavori erano apprezzati già alla sua epoca ed erano popolarmente conosciuti dai suoi contemporanei. La trattazione artistica, che egli ha qui sviluppato, di un soggetto piuttosto raro, quale quello del Dogma dell'Immacolata Concezione, va probabilmente legata alla rinnovata azione culturale, artistica e teologica della Chiesa Cattolica nel Seicento in piena età della Controriforma.

Il dogma della Immacolata Concezione era già stato discusso nel IV secolo dai Padri della Chiesa, ma venne ufficialmente confermato solo da una bolla di Papa Pio XII a metà del XX secolo.

Nella sua impostazione iconografica, Guido Reni mostra la figura della Vergine Maria che si rivela ai Padri della Chiesa tutti assorti nei loro pensieri. In primo piano a destra si possono scorgere i santi Girolamo e Agostino: dietro di loro sono citati Ambrosius, Gregorio Magno, Gregorio di Nazianzo e Giovanni Crisostomo.

Le raffigurazioni di questi Dottori della Chiesa costituiscono simbolicamente l'incarnazione della concezione dell'artista della vecchiaia, un'età nobile e saggia.

Reni propone una combinazione audace di grandi aree di colore, dove predominano il giallo e il rosso con il risultato di dare vita ad una tela imponente sia per le dimensioni che per le sensazione di monumentalità che riesce a esprimere nell'osservatore.

 

 

Guido Reni

Guido Reni nacque nel 1575 a Bologna. Crebbe artisticamente nella bottega di Denijs Calvaert, dopodiché frequentò l'accademia dei Carracci. Le opere eseguite fra il 1604 e 1614 mostrano il superamento dello stile manierista, per lasciare il posto ad un modo di dipingere più personale, in cui prevale l'armonia delle forme e l'equilibrio della composizione. Le opere di questo periodo sono gli affreschi della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore a Roma, gli affreschi della sala Delle Dame e della sala delle Nozze Aldobrandini in Vaticano, gli affreschi della Cappella dell'Annunciata al Quirinale. Ben presto produsse i suoi capolavori, quali l'Aurora del Casino di Palazzo Rospigliosi Pallavicini a Roma, la Strage degli Innocenti, il Sansone vittorioso e il Ritratto della madre alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Reni raggiunge la piena maturità artistica con le opere Atalanta e Ippomene alla Galleria di Capodimonte a Napoli, la Madonna del Rosario alla Pinacoteca di Bologna, le Fatiche di Ercole al Louvre, la Lucrezia e la Cleopatra che si trovano alla Pinacoteca Capitolina di Roma. Nelle ultime opere lo stile del pittore si modifica ancora: il colore si fa più spento e la forma perde consistenza come nel San Sebastiano della Pinacoteca di Bologna e l'Adorazione dei Magi della Certosa di San Martino a Napoli. Guido Reni morì a Bologna nel 1642.