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Sant'Agostino scrive sul cuore di Santa Maria Maddalena de' Pazzi
COSIMO ULIVELLI
1669
Firenze, chiesa S. Maria Maddalena de' Pazzi
Sant'Agostino scrive sul cuore di santa Maria Maddalena de' Pazzi
Il dipinto è contenuto in una cornice dorata rettangolare con riseghe agli angoli superiori. La tela eseguita con pittura a olio, fa parte della serie di dieci tele, disposte fra le finestre lungo la navata, sotto la volta, rappresentanti le opere più grandi della santa durante la vita e dopo la morte, ognuna illustrata da un'iscrizione sottostante, dettate da Monsignor Opizzo Pallavicini. I quadri, con la decorazione ad affresco che li circonda e con quella del soffitto, sono la parte rimasta del sontuoso apparato per i festeggiamenti svoltisi il 2 giugno 1669 in onore della canonizzazione di S. Maria Maddalena de' Pazzi, che venne allestito da Volterrano. L'autore di questo dipinto, insieme al suo corrispondente sulla parete destra è, secondo alcune fonti antiche, il pittore Cosimo Ulivelli.
Nella cartella sottostante si legge a lettere capitali, a pennello e in latino, la scritta IN EXTASIM RAPTA VIDET AUGUSTINUM IN TABULIS/ CORDI SCRIBENTEM VERBUM CARO FACTUM EST.
Il quadro raffigura sant'Agostino mentre scrive sul cuore di Santa Maria Maddalena de' Pazzi.
Papa Clemente IX stabilì che le celebrazioni per la canonizzazione della santa dovessero svolgersi durante la settimana di Pasqua del 1669. A Firenze ebbero luogo grandi festeggiamenti con campane a festa e fuochi d'artificio. Lo stesso granduca e i magistrati resero omaggio al corpo incorrotto di Maria Maddalena conservato in una teca di vetro nella chiesa di Borgo Pinti.
Caterina de' Pazzi era nata nel 1566 da una famiglia importante del patriziato fiorentino ed aveva trascorso l'infanzia nell'agio e nella ricchezza. Nel 1582 entrò nel convento carmelitano di S. Maria degli Angeli, in Oltrarno, col nome di Maria Maddalena. Manifestò presto la sua predisposizione all'estasi che si rivelavano come «assorbimenti repentini, alienazioni totali dal mondo circostante, danze, corse, agitazioni convulsive o rigidità corporee; e soprattutto lunghissimi eloqui, svolti ad alta voce, con parole veloci o scandite, sommesse o urlate, ininterrotte o intercalate da silenzi contemplativi».
Le sue compagne suore incominciarono a registrare ed a raccogliere le parole che pronunciava in tali rapimenti spirituali. Queste testimonianze sono a tutt'oggi la principale fonte di conoscenza della vita e delle azioni della santa. Suor Maria Pacifica Del Tovaglia, legata a Maria Maddalena fin dall'infanzia,nel 1598 scrisse un "Breve ragguaglio della vita della Santa Madre", nelle cui pagine testimoniava quanto fosse presente in Caterina, fin da bambina, il desiderio di abbracciare la vita religiosa. Maria Maddalena ebbe a dire, a conferma degli scritti di suor Pacifica, che «insino da piccolina hebbi questo lume e sempre è cresciuto, ancor che mai non gli ho voluto dare orecchio». Dopo lunga malattia, Maria Maddalena morì nel 1607 e solo pochi anni dopo ebbe inizio il processo per la sua beatificazione, il che avvenne nel 1626 per opera di papa Urbano VIII.
Il suo confessore Vincenzo Puccini, a due anni dalla morte, pubblicò una "Vita di Maria Maddalena", il primo di una lunga serie di scritti sulla santa che nel corso di tutto il Seicento ebbero una grande diffusione.
La mistica scriveva lettere alle maggiori autorità del tempo, tra cui Maria de' Medici, futura sposa di Enrico IV di Francia, l'arcivescovo di Firenze Alessandro de' Medici, poi papa Leone XI, di cui predisse il pontificato, e papa Sisto V. Le sue lettere esprimono un appassionato desiderio di rinnovare la Chiesa «per amore e con amore» in piena coerenza con il nuovo spirito religioso che stava avanzando dopo il concilio di Trento, convocato nel 1545 per formulare delle risposte agli interrogativi dei riformatori e terminato nel 1563.
La scena dipinta da Ulivelli richiama altre interpretazioni coeve dove sant'Agostino, vestito da vescovo simbolicamente scrive con una penna sul cuore della santa che poi esprimerà le sue esternazioni estatiche. Un nugolo di angeli assiste gioiosamente alla scena, mentre dall'alto la colomba dello Spirito santo aleggia a racchiudere sotto le proprie ali i due protagonisti dell'episodio, sotto la visione estrema della trinità nelle figure del Padre, di Cristo e della colomba dello Spirito santo.
Agostino è qui raffigurato come vescovo, dall'aspetto ancora giovanile, con una lunga e folta barba nera, dal viso e dall'espressione matura, tutto intento nella sua azione di scrivere con penna sul petto della santa a lui devota per poterla ispirare. la santa sembra piacevolmente ritrarsi per meglio offrire il suo cuore dove Agostino possa scrivere.
Cosimo Ulivelli
Cosimo Ulivelli (1625-1705) fu un pittore di scuola barocca italiano attivo principalmente a Firenze dove lavorò come allievo del Volterrano. Dipinse gli affreschi che si trovano nella parte superiore della navata della Basilica della Santissima Annunziata a Firenze. Dipinse anche l'abside della abbazia di San Martino in Campo, distrutto durante i restauri degli anni '70 del Novecento.